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Omicidio di Pierina Paganelli, arrestato Louis Dassilva: la relazione clandestina dietro l'orrore

Roberto Tortora
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Svolta nel caso dell’omicidio di Pierina Paganelli, 78enne trovata morta nel sottoscala del suo condominio di via del Ciclamino, periferia di Rimini, la sera del 3 ottobre 2023. Arrestato, infatti, Louis Dassilva, finito dal 6 Giugno scorso nel registro degli indagati. Nella mattinata di martedì 16 luglio, all’alba, la Squadra mobile della Polizia di Stato gli ha messo le manette ai polsi e perquisito la sua abitazione, un appartamento non lontano da quello in cui viveva la vittima.

Secondo il gip del Tribunale di Rimini Dassilva avrebbe ucciso per futili motivi, agendo con crudeltà, approfittando di “condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa”. Movente? Dassilva aveva una relazione amorosa con Manuela Bianchi, vicina di casa della vittima, di cui era la nuora, essendo sposata con il figlio, Giuliano Saponi. Pierina Paganelli non gradiva, ovviamente, quella relazione e, all’epoca del delitto, attendeva il ritorno del figlio, Giuliano, dopo più di quattro mesi di ricovero per essere stato investito da un pirata della strada.

Sia la Bianchi che la Paganelli erano Testimoni di Geova e pochi giorni dopo la loro chiesa avrebbe dovuto giudicare Manuela per quella relazione extra-coniugale. Del tutto inverosimili, sempre per il gip di Rimini, “le piste alternative di un ignoto proveniente dall’esterno del condominio. L’azione di Dassilva rileva un movente fomentato da rancori personali. Un'azione fulminea che necessitava della perfetta conoscenza delle abitudini dell'anziana ed anche dei luoghi”.

Ad incastrare Dassilva i fotogrammi di una videocamera di sorveglianza in via del Ciclamino. Sei secondi, fissati alle 22:17 in cui viene ritratto un uomo di carnagione scura, ripreso di spalle, camminare in direzione del civico 31. Pierina fu uccisa dopo le 22:10. Nelle dichiarazioni rese al pm Daniele Paci, Louis Dassilva aveva sempre affermato di essere rimasto a casa dalle ore 20 del 3 ottobre fino alle 8 del mattino successivo, quando Manuela Bianchi raccontò di aver rinvenuto il cadavere. L’uomo, però, risultava essere connesso alla piattaforma di Netflix fino a pochi minuti prima del delitto, così come il suo telefono risulta essere stato utilizzato alle 22.38 dopo più di 45 minuti di “pausa”.

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