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Mike Lynch, la morte del socio solo 48 ore prima della tragedia dello yacht

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Mike Lynch, proprietario dello yacht affondato al largo di Palermo e dato per disperso dopo la tragedia, condivide un destino terribile col suo socio d’affari e co-imputato nel processo per frode che ha tormentato i suoi ultimi due anni. Stephen Chamberlain, questo il nome del socio, è morto appena 48 ore prima della tragedia dello yacht. E il suo decesso è avvenuto in circostanze non solo ambigue ma anche inaspettate: è stato investito da un’auto mentre stava facendo jogging vicino a casa sua nel Cambridgeshire.

Lynch, che avrà sicuramente sofferto per la morte del socio, non poteva certo immaginare che, di lì a poco, anche lui stesso, la sua figlia 18enne, alcuni dei suoi colleghi ed amici più stretti, avrebbero vissuto una tragedia inimmaginabile. Chamberlain, 52 anni, solo il 6 giugno scorso era stato assolto insieme a Lynch dall’accusa di avere gonfiato il valore della Autonomy, il gigante del software di cui Lynch era proprietario e Chamberlain un alto dirigente, venduto al colosso digitale americano Hewlett-Packard per 11 miliardi di dollari. 

 

 

 

Il tycoon aveva organizzato la crociera sul suo yacht di 56 metri proprio per celebrare la fine dell’incubo giudiziario. Tra l'altro, a bordo dell'imbarcazione affondata c'erano anche Jonathan Bloomer, presidente della banca d'affari Morgan Stanley International, che al processo aveva testimoniato in difesa dell'amico Lynch; e Chris Morvillo, l’avvocato che aveva guidato la squadra legale in difesa di Lynch. Entrambi risultano dispersi. Non si sa perché invece Chamberlain non fosse stato incluso in quel viaggio in barca. L'auto che lo ha investito era guidata da una donna inglese di 49 anni, che dopo l’incidente si è fermata per soccorrerlo. Per lui, però, non c'è stato nulla da fare.

 

 

 

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