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Bayesian, incidente o complotto? Documenti segreti e 007 : la seconda puntata

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Alessandro Dell'Orto
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Uno strano incidente d’auto, la discussa morte del “Bill Gates britannico” Mike Lynch, documenti segreti in fondo al mare, i servizi segreti inglesi e americani, l’11 settembre, il Mossad. Chi non si accontenta degli errori umani, del maltempo o del puro destino per spiegare l’affondamento del superyacht Bayesian, che lo scorso 19 agosto è andato giù nel mare vicino a Palermo portandosi con sè sette persone -, ora sguazza tra teorie complottiste e scenari da spy story, fantasticando sui massimi sistemi mondiali e intrighi miliardari.

Tutte ipotesi (spesso strampalate) che, ovviamente, non vengono prese in considerazione dalle indagini ufficiali, ma che comunque strappano consensi e like sui social perché il contorno della tragedia, effettivamente, presenta coincidenze e intrecci non comuni. Al di là delle discusse dinamiche del naufragio, dei portelloni aperti o chiusi, delle previsioni meteo e degli errori dell’equipaggio (che si è salvato tutto a parte il cuoco), il primo episodio che ha allertato e affascinato chi vive di dietrologia è stata la morte di Stephen Chamberlain, 52 anni, ex socio in affari di Mike Lynch, il magnate britannico padrone dello yacht (che però era intestato a una società con sede sull’isola di Man riconducibile alla moglie Angela Bacares) che aveva organizzato la crociera e che è morto.

Ebbene, Stephen, che era anche lui invitato alla vacanza in Sicilia ma all’ultimo momento ha cambiato idea, è rimasto ucciso in un incidente stradale, in Inghilterra, due giorni prima del naufragio: stava facendo jogging sulla Newmarket Road, nel villaggio di Stretham non lontano dalla cittadina universitaria di Cambridge, quando una Opel Corsa blu guidata da una donna di 49 anni l’ha investito e a nulla è servita la corsa in ospedale. Le autorità britanniche che hanno indagato non hanno rilevato particolari sospetti, ma la coincidenza è particolare anche perché – e qui gongolano i complottisti- Chamberlain era coimputato con Lynch nel processo per frode che si era concluso a giugno (con l’assoluzione) negli Usa. E qui entra in gioco la figura di Lynch. Cinquantanove anni, uno dei più importanti imprenditori nel settore delle tecnologie e considerato il “Bill Gates britannico”, il magnate era nato in Irlanda, cresciuto vicino a Chelmsford, nell’Essex (sua madre era infermiera e suo padre un pompiere), e aveva studiato fisica, matematica e biochimica alla Cambridge University.

 

 

 

IL PROCESSO
Dopo aver lanciato alcune delle prime start-up tecnologiche, tra cui una specializzata in software per il riconoscimento automatico di targhe, impronte digitali e volti per la polizia, nel 1996 aveva creato Autonomy (azienda multinazionale d’informatica specializzata in servizi software che comprendono e rielaborano informazioni strategicamente importanti per i clienti) che era diventato un successo commerciale quasi immediato. Nel 2011, però, aveva venduto l’azienda a Hewlett-Packard, gigante della Silicon Valley, per 11,1 miliardi di dollari, incappando in pesanti guai giudiziari (15 capi d’imputazione) con l’accusa di frode per aver gonfiato il valore reale dell’azienda (ricavi, margini e crescita delle vendite), stimato l’anno successivo in 8,8 miliardi di dollari. Lynch, che rischiava una condanna a 20 anni, era stato estradato negli Usa e mandato agli arresti domiciliari («Ho vari problemi medici che avrebbero reso molto difficile la sopravvivenza- aveva spiegato al Sunday Times, riferendosi alla detenzione e ai suoi guai polmonari - e se le cose fossero andate male, sarebbe stata la fine della mia vita. In tutti i sensi»). Dopo una battaglia lunga 13 anni, però, tutto era finito per il meglio: Lynch e Chamberlain - che era top manager dell’azienda - erano stati assolti e la vacanza era stata organizzare proprio per festeggiare la fine dell’incubo.

Ma c’è dell’altro. Sempre nell’incidente del Bayesian sono morti anche l’avvocato Chris Morvillo, 60 anni, e Jonathan Bloomer, 70 anni, presidente di Morgan Stanley International Bank. Il primo, 59 anni - si era laureato alla Fordham ed era stato procuratore federale lavorando su casi legati agli attacchi dell’11 settembre- era socio dello studio Clifford Chance di New York e aveva difeso Lynch per tutto il processo. Il secondo, che dal 2018 presiedeva la filiale europea della banca d’affari statunitense, era molto amico di Mike Lynch anche perché era stato un testimone chiave della difesa nel processo: avendo guidato il comitato di revisione contabile di Autonomy, aveva sostenuto come l’imprenditore non fosse coinvolto nella gestione finanziaria della società che aveva fondato, ma fosse molto più concentrato nella definizione delle strategie, nello sviluppo di nuovi prodotti e nella ricerca di settori in cui inserirsi. Non male come intrighi, collaborazioni, coincidenze, eh? Ecco perché molti hanno subito definito queste morti come la “maledizione di Autonomy”.

 

 

 

SERVIZI SEGRETI E 007
Per gli appassionati di dietrologia, però, c’è ancora altro materiale interessante. Per esempio il fatto che Autonomy si fosse aggiudicata gare d’appalto di alto profilo da parte di agenzie governative del Regno Unito e degli Stati Uniti e che fosse stata reclutata dall’Office of Homeland Security statunitense per analizzare dati relativi alla guerra contro il terrorismo dopo gli attacchi dell’11 settembre, oltre che dal governo britannico e dalla NASA. Oppure che Lynch, dicono, avesse dato il nome dei cattivi della saga 007 (tra cui Dr. No e Goldfinger) alle sale conferenze nella sede centrale di Autonomy e che avesse un acquario nella reception dell’azienda pieno di feroci piranha, come omaggio a una scena del film “Si vive solo due volte”. O, ancora, che dopo aver venduto Autonomy, nel 2012, Lynch aveva cofondato l’azienda di cybersecurity Darktrace (leader nei sistemi di profilazione con IA: individua potenziali sospetti analizzando quantità infinite di informazioni) e Chamberlain, guarda caso, era stato nominato direttore finanziario. La società aveva rapporti con i servizi segreti di mezzo mondo, dalla Cia all’MI5 inglese passando per il Mossad israeliano e, assicurano i ben informati, avrebbe venduto alcuni servizi agli agenti israeliani che hanno preparato l’offensiva contro Hamas dopo i massacri del 7 ottobre 2023.

In più, ricordate la start up fondata da Lynch prima di Autonomy? Si chiamava Cambridge Neurodynamics, aveva un software per il riconoscimento delle impronte digitali e per individuare persone attraverso tracce vocali o testi nelle mail: strumenti utilizzati per dare la caccia ai terroristi di Al Qaeda analizzando miliardi di dati raccolti dalle polizie e dagli agenti americani e inglesi. Tutti elementi, questi, che stuzzicano la fantasia di chi ipotizza che dietro l’affondamento del Bayesian ci sia qualcosa di oscuro e di chi aspetta solo che venga recuperato il superyacht dal fondale del mare vicino Palermo. Già, perché, nelle casseforti a tenuta stagna del relitto sarebbero custoditi hard disk con dati segreti d’interesse per governi stranieri come quelli di Russia e Cina, materiale crittografato altamente riservato con informazioni classificate, tra cui codici di accesso e dati sensibili. I complottisti fremono.

 

 

 

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