Roma resta sempre caput mundi: "E ora c'avemo pure l'americano..."

La vita della città eterna ruota ogni giorno anche attorno a quello che succede in Vaticano, figurarsi quando si deve eleggere "er Papa novo"
di Francesco Storacevenerdì 9 maggio 2025
Roma resta sempre caput mundi: "E ora c'avemo pure l'americano..."
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Altrimenti che Vescovo di Roma sarebbe? La vita della città eterna ruota ogni giorno anche attorno a quello che succede in Vaticano, figurarsi quando si deve eleggere «er Papa novo». E da ieri «ce l’avemo, pure se è americano». Perché è stato polacco, tedesco o argentino, ma sempre qui è stata la Chiesa, con le sue speranze e le sue delusioni, e tutti qui arrivano a posizionarsi con la testa all’insù a guardare quel comignolo e atentare capire nel frattempo se «il gabbiano è lo stesso di ieri...». Poi, tutti insieme, rivolti alla Loggia delle Benedizioni per il primo, enorme applauso, quello dell’Habemus Papam. Che sospirone nel sapere che è stato eletto anche se non è l’atteso Papa italiano, ma non poteva più aspettare troppo «la Chiesa di Roma...». É Roma caput mundi, e non potrebbe essere altrimenti, dall’eternità. É il centro del mondo e i pellegrini che l’affollano a sottrarne pezzi di cuore ai legittimi proprietari – i romani – ne sigillano il ruolo decisivo.

É così per il Conclave dalla durata di qualche giorno rispetto persino ai funerali del Papa; e molto di più per l’anno giubilare. In aggiunta quel tanto di laico che picchia sul traffico, sui posti da prenotare al ristorante, sul cinema da raggiungere: vuoi mettere gli internazionali di tennis con Sinner finalmente alla ribalta? Sì, è sacro e profano questa città così bella, affascinante e che a volte riesce pure a farsi odiare, in un amore che comunque non conosce sosta. E quella folla di San Pietro, in attesa dei voleri di 133 porpore rosse, era ammassata per una speranza nel domani, magari non accorgendosi del truffatore – pure lui – in arrivo da quelle parti a sfilarti il portafoglio dal pantalone o a trafugarti la borsetta che indossi con leggerezza. Spicca la voce romanesca, «nun ve fate fregà», come ha gridato ieri il macchinista della metropolitana ai turisti per i troppi borseggiatori a bordo...

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«Ma quanno finisce...» si alterna a «magari durasse sempre», tipico del ristoratore, del barista, del «bottegaro», magari un po’ distante dalla zona esatta dove sono schermati persino i telefonini e questo provoca problemi a non finire. «C’avemo i social eli cardinali devono stà zitti?», urla l’ambulante che giura «vado a messa tutte le domeniche». Poi, quella frase del cardinale Re sul suo ritorno a Roma «sperando nella fumata bianca»: «Quello le sa le cose, hai visto i doppi auguri al cardinale Parolin?», risponde il vigile urbano messo lì a garantire la sicurezza, che probabilmente non conosce Leone XIV. Già la sicurezza: tra il prefetto Giannini e il questore Massucci stanno facendo un lavoro enorme per evitare guai a residenti e pellegrini, che durerà almeno fino alla cerimonia religiosa per il nuovo Pontefice, ma la tentazione si insinua come il diavolo. E Roma deve sopportare i truffatori e tutti quelli che per vivere rovinano chi li incontra. Ma ora è finita per chine approfitta e c’è solo gioia nel salutare la guida della Chiesa.

Si è visto di tutto in quella grande piazza. Le false petizioni per il Giubileo con gli imbroglioni con tanto di cartellini finti a sollecitare donazioni per iniziative legate all’Anno Santo o al Conclave. Addirittura i biglietti salta fila per il Conclave, nonostante l’assenza di accessi privilegiati agli eventi del Conclave: era la ricerca dei gonzi. Insomma, di tutto, in una sorta di festival della truffa. Che però finisce alle cinque della sera... Fratelli tutti, ha scritto Papa Francesco, e Roma ieri sera era proprio questo, con le sue mille campane a festa in tutta la città.

L’apparato messo su dal Viminale con prefettura e questura non ci ha fatto avvertire neppure la paura del terrorismo, che è sempre un segnale della vigilia, ma gli uomini e le donne in divisa, con una presenza insieme massiccia e intelligente, hanno reso l’ennesimo e grandissimo servizio alla Capitale atteso all’ennesima prova. Domenica prossima toccherà a tutte le parrocchie della città: c’è da scommetterci, saranno finalmente pienissime per la preghiera da donare a Dio e allo Spirito Santo per la grazia ricevuta attraverso il voto dei cardinali. Poi, è vero, torna il Giubileo quotidiano dei romani. Ma in fondo lo si sopporta con l’orgoglio di vivere nella Capitale del mondo. E chi la molla...

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