Papa Bergoglio aveva interrotto la tradizione. Scegliendo invece dei tradizionali appartamenti papali del Palazzo Apostolico la più parca dimora di Santa Marta. Ieri - dopo circa 13 anni di “abbandono” - le stanze papali sono state ufficialmente riaperte.
Al termine della recita del Regina Caeli dalla Loggia delle Benedizioni, Papa Leone XIV ha riaperto l’appartamento papale del Palazzo Apostolico, rimuovendo i sigilli apposti nel pomeriggio del 21 aprile, in seguito alla morte di Papa Francesco. La riapertura è avvenuta alla presenza del Camerlengo di Santa Romana Chiesa, il cardinale Kevin Joseph Farrell, del segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, del sostituto per gli Affari Generali, monsignor Edgar Pena Parra, del segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, monsignor Paul Richard Gallagher, e del reggente della Casa Pontificia, monsignor Leonardo Sapienza.
Fin qui l’ufficialità delle note diffuse dalla sala stampa vaticana insieme ad una foto. In verità gli appartamenti papali venivano utilizzati periodicamente per ricevere gli ospiti di riguardo. Per l’ordinaria attività Bergoglio aveva “sequestrato” un intero piano del complesso di Santa Marta, un modesto albergo religioso, dotato di una mensa non proprio gourmet, dove trovavano ospitalità monsignori di passaggio e invitati di rispetto alla conferenze.
Il problema - racconta chi vi ha soggiornato - era l’imponente sistema di sicurezza che la gendarmeria dello Stato del Vaticano (non le guardie svizzere), doveva assicurare notte e giorno vista la prossimità del pontefice. Alzarsi di notte per reperire una bottiglietta d’acqua faceva scattare il sistema di protezione. Resta da vedere,dopo i dovuti restauri, dove soggiornerà Papa Leone. Per ora resta all’appartamento del Sant’uffizio occupato da quando Francesco lo nominò cardinale.