Leone XVI, corvi e veleni: cosa sta succedendo in Vaticano

Prevost in udienza: "Il Pontefice passa, la Santa Sede resta". Ripristinata la gratifica di cinquecento euro che era stata abolita da Francesco
di Caterina Maniacidomenica 25 maggio 2025
Leone XVI, corvi e veleni: cosa sta succedendo in Vaticano
3' di lettura

«Grazie! Quando gli applausi durano più del discorso, dovrò fare un discorso più lungo! Allora... State attenti! Grazie! Grazie!» Inizia con una battuta, allo scopo forse di far scemare un applauso che si allunga, l’udienza di Papa Leone XIV in Aula Paolo VI con gli officiali della Curia Romana e i dipendenti di Santa Sede, Governatorato dello Stato Città del Vaticano e Vicariato di Roma. È il primo incontro del Pontefice con i lavoratori di ogni livello e categoria dello Stato più piccolo del mondo, accompagnati anche dai loro familiari. Si rafforza, ad ogni passo e ad ogni discorso, l’idea di un Pontificato marcato da uno stile personale, equidistante dai predecessori, a cominciare da Francesco, ma che di ognuno di loro papa Leone «assorba» ciò che è imprescindibile e non «da imitare».

Anche il senso dell’umorismo e della battuta. Con cui appunto inizia il discorso alla Curia, in cui il Pontefice ricorda la sua esperienza di missione in Perù e il servizio come prefetto del Dicastero per i Vescovi. Invita poi tutti a custodire «la memoria storica» della Sede Apostolica, a non perdere mai la «dimensione missionaria» (per lui ancora più importante, perché concretamente vissuta), e a superare incomprensioni e pregiudizi con pazienza, umiltà e «umorismo», appunto. Ricordando che fino a poco più di un mese fa lui stesso ne faceva parte: «Sì, come sapete, io sono arrivato solo due anni fa, quando l’amato Papa Francesco mi ha nominato prefetto del Dicastero per i Vescovi. Allora ho lasciato la Diocesi di Chiclayo, in Perù, e sono venuto a lavorare qui. Che cambiamento!».

Papa Leone XIV, torna la gratifica da 500 euro: cancellato Bergoglio

Una giornata importante per i dipendenti del Vaticano, una giornata di festa: Papa Leone XIV ha infatti deciso di ripris...

Ora questa nuova, fondamentale, chiamata di Dio, sempre nella certezza – sottolinea il Pontefice – che «i Papi passano, la Curia rimane». Bisogna infatti ricordare che «la Curia è l’istituzione che custodisce e trasmette la memoria storica di una Chiesa, del ministero dei suoi Vescovi. La memoria è un elemento essenziale in un organismo vivente. Non è solo rivolta al passato, ma nutre il presente e orienta al futuro. Senza memoria il cammino si smarrisce, perde il senso del percorso».

Dunque, implicitamente, forse anche un avvertimento: non contrapponiamo Curia e Chiesa, Curia e Pontificato, come se il “nemico” o l’ostacolo a ogni tentativo di riforma e di cambiamento sia appunto da individuare nella Curia, perché «lavorare nella Curia Romana significa contribuire a tenere viva la memoria della Sede Apostolica, nel senso vitale che ho appena accennato, così che il ministero del Papa possa attuarsi nel migliore dei modi...». Bando anche alle crisi e alle contrapposizioni. La grande causa dell’unità e dell’amore la si può servire anche nelle piccole cose quotidiane, con il proprio «comportamento nelle situazioni di ogni giorno» e nell’ambiente lavorativo: «Ognuno può essere costruttore di unità con gli atteggiamenti verso i colleghi, superando le inevitabili incomprensioni con pazienza e umiltà, mettendosi nei panni degli altri, evitando i pregiudizi, e anche con una buona dose di umorismo, come ci ha insegnato papa Francesco».

Al termine del suo discorso, dopo un’Ave Maria, il Papa dedica quasi mezz’ora al saluto a tutti i presenti, cominciando dalle prime file dove sono numerosi i bambini e i neonati portati in udienza. Strette di mano, sorrisi, benedizioni, qualche scambio di battute con delle suore e le carezze a una bimba disabile sulla sedia a rotelle. Proprio in questo suo “stile” che lo rende diverso e insieme capace di continuità, papa Leone ha ripristinato la gratifica ai dipendenti per l’elezione del nuovo Papa, una tradizione dei Pontefici romani che Francesco aveva archiviato. Si tratta di una somma di 500 euro elargita ai dipendenti.

Putin non va dal Papa: per lui è l'Anticristo

In Vaticano, la “Terza Roma” non ci va. Apparentemente perché, a parere del ministro degli Esteri rus...


Resta fedele anche ad un’altra “tradizione”, quella della distribuzione di 5mila croissant ai clochard di Roma come segno di amicizia sempre in occasione dell’inizio ufficiale del pontificato. Un gesto reso possibile dall’associazione Amitié France Italie, presieduta da Paolo Celi che collabora da anni con l’Elemosineria apostolica.

Oggi c’è un altro appuntamento importante, di grande significato simbolico e non solo: papa Leone XIV si insedierà sulla sua “Cathedra Romana”. Dalla basilica di San Pietro muoverà verso la sede episcopale, la basilica di San Giovanni in Laterano, attraversando la città. Il cerimoniale oggi è molto più semplice e soprattutto spirituale, ma le sue radici storiche affondano nei secoli: la prima “cavalcata papale” attraverso Roma sarebbe stata voluta da Papa Niccolò I il 27 aprile dell’anno 854, altri la farebbero risalire ancora più indietro, nel 795, grazie a Leone III.