Tra le tante fotografie andate perdute nella prima indagine sull'omicidio di Chiara Poggi ci sono quelle che ritraevano la ragazza uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007 e Alberto Stasi durante una gita in bicicletta al santuario della Madonna della Bozzola. È il luogo di culto sul quale i media e anche gli inquirenti, seppure in modo marginale rispetto ad altre piste, si stanno concentrando negli ultimi giorni alla ricerca di un ulteriore, possibile scenario del delitto. Un'attenzione determinata anche dalle dichiarazioni dell'avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, che pure ha ammesso di coltivare solo supposizioni senza nessun documento che avvalori la tesi che Chiara avesse scoperto degli abusi sessuali nel santuario e, per questo "segreto", sarebbe stata ammazzata. A quanto viene spiegato all'AGI, queste foto con "scene di coppia" nel luogo di culto facevano parte di un album di 41 pagine sequestrato il 20 agosto del 2007 ad Alberto Stasi insieme ad altri reperti, come martelli e attrezzi vari. Tutto il materiale venne spedito ai Ris di Parma per essere analizzato. Tutto, tranne il voluminoso raccoglitore con gli scatti e i loro negativi. Quando si entro' nel vivo del processo d'appello-bis, disposto dalla Cassazione, la procuratrice Laura Barbaini chiese ai carabinieri di ricostruire dove fossero finite quelle fotografie che riteneva utili perché' a quella gita i due ragazzi andarono con la bicicletta 'Umberto Dei' di Stasi a cavallo della quale sedeva la fidanzata.
Garlasco, Roberta Bruzzone smonta le accuse a Sempio: "Chi entrò in casa"
Roberta Bruzzone si dice perplessa sulle nuove indagini per l'omicidio di Garlasco. La criminologa non crede che a u...Per Barbaini sarebbe stato importante, tra le altre cose, vedere quali scarpe Stasi indossasse, in particolare se fossero quelle modello Frau con la suola a pallini. Delle calzature del killer si parla in queste ore perché' potrebbero essere effettuata l'ennesima consulenza sul tema. Non vennero scattate dai carabinieri 'foto a quelle foto' dell'album e già' questa va considerata 'un'amnesia'. Chi le sequestro' riferi' poi che c'erano anche alcune immagini della gita al santuario oltre ai negativi delle fotografie. Ovviamente non essendoci materialmente le immagini venne meno la loro possibile rilevanza livello investigativo. Il verbale dell'acquisizione delle foto venne firmato da Stasi e dal suo avvocato di allora, Giovanni Lucido.
Le foto non vennero né mandate ai Ris né depositate in Procura e nemmeno restituite a Stasi, come accade quando un oggetto sequestrato non viene ritenuto di interesse ai fini degli accertamenti. Non si trovarono neanche negli uffici dei corpi di reato delle Procure di Vigevano e di Pavia dove vennero cercate in extrema ratio. Di quella gita al santuario parlarono agli investigatori sia Alberto Stasi sia Rita Preda, la madre di Chiara. La questione ebbe un qualche rilievo perché i due giovani fidanzati ci andarono nell'aprile del 2007 per la festa di primavera, lei seduta sulla canna della 'Umberto Dei' di lui. Rita Preda spiego' che quella sera Chiara torno' con una piccola abrasione alla caviglia, senza fuoriuscita di sangue. La difesa di Stasi sostenne che quel lieve infortunio giustificasse la presenza del sangue di Chiara sui pedali della bici di lui.