La storia, si sa, tende a ripetersi. Ma solitamente dalla tragedia si passa alla farsa (o a qualcosa di simile). Un esempio? Eccolo qui. Succede che oggi, nel centenario del “Manifesto degli intellettuali antifascisti”, uscito nel 1925, è stato lanciato un nuovo appello contro il fascismo, firmato, al momento, da circa 400 accademici, tra i quali addirittura 31 vincitori del Premio Nobel. Qualcuno potrebbe chiedersi: ma dove sta, oggi, il fascismo? Bene, la risposta dei nuovi partigiani è semplice: ovunque. Anche se non ce ne accorgiamo. Anche se ci sembra di vivere in paesi liberi...
«Il 1° maggio 1925», si legge nell’appello, «con Mussolini già al potere, un gruppo di intellettuali italiani denunciò pubblicamente il regime fascista. Oggi, cento anni dopo, la minaccia del fascismo è tornata ed è nostro dovere sfidarla nuovamente». «Il fascismo», spiegano, «non è mai scomparso, ma per un certo periodo è stato contenuto. Tuttavia, negli ultimi vent’anni abbiamo assistito a una nuova ondata di movimenti di estrema destra, spesso con tratti inconfondibilmente fascisti: attacchi alle istituzioni democratiche, nazionalismo intriso di retorica razzista, pulsioni autoritarie e aggressioni sistematiche ai diritti di coloro che non si conformano a un’autorità tradizionale costruita artificialmente, radicata in una presunta normatività religiosa, sessuale e di genere».
Luca Bottura, dall'antifascismo all'antiromanismo
La calura fa sempre più rima con Bottura, che ormai è sempre più ossessionato dal fascismo. Lo squa...Ecco. Il fatto è che «questi movimenti sono riemersi in tutto il mondo». E ovunque sembrano comportarsi allo stesso modo: «Fedele al vecchio copione fascista, sotto la maschera di un mandato popolare illimitato, queste figure minano lo stato di diritto nazionale e internazionale, colpendo l’indipendenza della magistratura, della stampa, delle istituzioni culturali, dell’istruzione superiore e della scienza; arrivando persino a tentare la distruzione dei dati essenziali alla ricerca scientifica. Fabbricano “fatti alternativi” e inventano “nemici interni”; strumentalizzano le preoccupazioni per la sicurezza per consolidare il proprio potere e quello dell’1 per cento ultra-ricco, offrendo privilegi in cambio di lealtà».
Ok, il messaggio è chiaro. E quale sarebbe la soluzione? Eccola qui: «Come nel 1925, noi scienziati, filosofi, scrittori, artisti e cittadini del mondo abbiamo la responsabilità di denunciare e resistere alla rinascita del fascismo. Agiamo collettivamente. Boicottiamo, scioperiamo, resistiamo. Rendiamo la resistenza impossibile da ignorare e troppo costosa da reprimere». Ci aspettiamo che, nelle prossime settimane, le firme si moltiplicheranno.
Federico Rampini gela Formigli su Trump: "Nessun rischio"
Federico Rampini gela Corrado Formigli a Piazzapulita. Il tema? Neanche a dirlo, Donald Trump e la sua presunta svolta a...Ma qualche dubbio sulle parole che abbiamo letto rimane. - Intanto va segnalato che gli intellettuali che hanno firmato il manifesto originale, cent’anni fa, sapevano di rischiare in prima persona. Oggi sottoscrivere l’appello antifascista non comporta invece (fortunatamente) nessun pericolo. - Va poi detto che, al momento, non risultano regimi fascisti da nessuna parte. Ci sono invece regimi comunisti e regimi islamici, ma questi, evidentemente, per i nuovi partigiani-accademici non sono un problema. - Negli ultimi cento anni è cambiato tutto. Voler ancora leggere la realtà attraverso lo schema fascismo/antifascismo è un ottimo modo per non capire niente di quello che sta succedendo nel mondo. Ma chi lo dice viene subito accusato di essere un po’ fascista...