Ci mancava il manifesto degli intellettuali per combattere il fascismo mondiale

Cent'anni dopo quello del 1925, ecco un nuovo testo: la storia si ripete ma, solitamente, dalla tragedia si passa alla farsa
di Alberto Busaccamartedì 17 giugno 2025
Ci mancava il manifesto degli intellettuali per combattere il fascismo mondiale
2' di lettura

La storia, si sa, tende a ripetersi. Ma solitamente dalla tragedia si passa alla farsa (o a qualcosa di simile). Un esempio? Eccolo qui. Succede che oggi, nel centenario del “Manifesto degli intellettuali antifascisti”, uscito nel 1925, è stato lanciato un nuovo appello contro il fascismo, firmato, al momento, da circa 400 accademici, tra i quali addirittura 31 vincitori del Premio Nobel. Qualcuno potrebbe chiedersi: ma dove sta, oggi, il fascismo? Bene, la risposta dei nuovi partigiani è semplice: ovunque. Anche se non ce ne accorgiamo. Anche se ci sembra di vivere in paesi liberi...

«Il 1° maggio 1925», si legge nell’appello, «con Mussolini già al potere, un gruppo di intellettuali italiani denunciò pubblicamente il regime fascista. Oggi, cento anni dopo, la minaccia del fascismo è tornata ed è nostro dovere sfidarla nuovamente». «Il fascismo», spiegano, «non è mai scomparso, ma per un certo periodo è stato contenuto. Tuttavia, negli ultimi vent’anni abbiamo assistito a una nuova ondata di movimenti di estrema destra, spesso con tratti inconfondibilmente fascisti: attacchi alle istituzioni democratiche, nazionalismo intriso di retorica razzista, pulsioni autoritarie e aggressioni sistematiche ai diritti di coloro che non si conformano a un’autorità tradizionale costruita artificialmente, radicata in una presunta normatività religiosa, sessuale e di genere».

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Ecco. Il fatto è che «questi movimenti sono riemersi in tutto il mondo». E ovunque sembrano comportarsi allo stesso modo: «Fedele al vecchio copione fascista, sotto la maschera di un mandato popolare illimitato, queste figure minano lo stato di diritto nazionale e internazionale, colpendo l’indipendenza della magistratura, della stampa, delle istituzioni culturali, dell’istruzione superiore e della scienza; arrivando persino a tentare la distruzione dei dati essenziali alla ricerca scientifica. Fabbricano “fatti alternativi” e inventano “nemici interni”; strumentalizzano le preoccupazioni per la sicurezza per consolidare il proprio potere e quello dell’1 per cento ultra-ricco, offrendo privilegi in cambio di lealtà».

Ok, il messaggio è chiaro. E quale sarebbe la soluzione? Eccola qui: «Come nel 1925, noi scienziati, filosofi, scrittori, artisti e cittadini del mondo abbiamo la responsabilità di denunciare e resistere alla rinascita del fascismo. Agiamo collettivamente. Boicottiamo, scioperiamo, resistiamo. Rendiamo la resistenza impossibile da ignorare e troppo costosa da reprimere». Ci aspettiamo che, nelle prossime settimane, le firme si moltiplicheranno.

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Ma qualche dubbio sulle parole che abbiamo letto rimane. - Intanto va segnalato che gli intellettuali che hanno firmato il manifesto originale, cent’anni fa, sapevano di rischiare in prima persona. Oggi sottoscrivere l’appello antifascista non comporta invece (fortunatamente) nessun pericolo. - Va poi detto che, al momento, non risultano regimi fascisti da nessuna parte. Ci sono invece regimi comunisti e regimi islamici, ma questi, evidentemente, per i nuovi partigiani-accademici non sono un problema. - Negli ultimi cento anni è cambiato tutto. Voler ancora leggere la realtà attraverso lo schema fascismo/antifascismo è un ottimo modo per non capire niente di quello che sta succedendo nel mondo. Ma chi lo dice viene subito accusato di essere un po’ fascista...

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