Bayesian a galla, il dettaglio che scatena i complottisti

Concluso il recupero del #Bayesian, i portelloni erano chiusi: "L'acqua entrò da un'altra parte". Ecco la pista più accreditata. Ma i complottisti sono scatenati
di Simona Plettodomenica 22 giugno 2025
Bayesian a galla, il dettaglio che scatena i complottisti
3' di lettura

Il gigante è tornato a galla. E con lui, sono risaliti anche i misteri. Ieri mattina, dopo dieci mesi trascorsi a 50 metri di profondità davanti a Porticello, lo scafo del Bayesian ha rotto il pelo dell’acqua. Le due gigantesche gru olandesi lo hanno issato con cautela millimetrica fino alla linea di galleggiamento.

Lì, tra cavi e imbracature, tecnici e idrovore, si è chiusa una delle più complesse operazioni di recupero mai condotte nel Mediterraneo, costata 25 milioni di euro. Il superyacht del miliardario inglese Mike Lynch, il cui naufragio avvenuto nella notte del 19 agosto 2024 (quando nell’area si scatenò una tempesta meteorologica di violenza inaudita) ha provocato sette vittime (Lynch compreso), stazionerà da oggi nel porto di Termini Imerese.

Ma più che fornire risposte, il relitto pare moltiplicare le domande. «Il portellone di poppa è stato ritrovato chiuso e integro». La frase, pronunciata dal procuratore Ambrogio Cartosio, è risuonata come un colpo secco nel cuore dell’inchiesta. Quel portellone, per mesi sospettato di essere la via d’acqua fatale che avrebbe causato l’affondamento, è risultato apparentemente immacolato. E allora? Se la falla non è lì, dove si è aperta la breccia?

A dare per ora l’unica e competente risposta al perché quella nave supertecnologica e d’elite imbarcò acqua, resta per ora la perizia del Marine Accident Investigation Branch (Maib), l’ente britannico che indaga sugli incidenti marittimi e che già collabora con le autorità italiane. Secondo una prima relazione tecnica trasmessa nei giorni scorsi, sarebbe stato infatti un altro punto critico a cedere: il vetro blindato del portellone della sala macchine. Rottura netta, compatibile con le forti sollecitazioni dello scafo in condizioni meteo estreme. E da lì, secondo gli esperti del Maib, si sarebbe innescata una rapida e incontrollabile immissione d’acqua all’interno dello yacht.

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Una spiegazione razionale, tecnica, verificabile. Ma che cozza con l’immaginario collettivo alimentato da mesi di attesa, voci, ricostruzioni fantasiose. I portelloni chiusi hano ispirato i complottisti digitali, che si sono scatenati: c’è chi parla di manomissioni notturne, chi sospetta una messinscena, chi ipotizza addirittura un sabotaggio. Poco importa che i compartimenti stagni possano chiudersi autonomamente in caso d’emergenza, o che le acque profonde e torbide abbiano reso impossibile per mesi una verifica esterna dello scafo. L’idea che “qualcuno abbia coperto qualcosa” è diventata virale. La realtà, come spesso accade, è più grigia. Di certo, che si tratti di maltempo estremo o di un guasto strutturale, sulle cause dell’affondamento le compagnie assicurative si giocano milioni di dollari in risarcimenti.

Intanto l’albero del Bayesian, 72 metri, il più alto mai montato su uno yacht a vela, è stato tagliato prima del recupero per motivi di sicurezza. Giace ancora sul fondale, sarà issato nei prossimi giorni. Il ponte è segnato dal tempo, le fiancate coperte di alghe, la scaletta deformata dalla pressione. Ma la struttura dello scafo, secondo le prime osservazioni, appare intatta. Nessuna falla evidente, nessun squarcio. Eppure, la barca si è inabissata in pochi minuti, portando con sé sette vite. Indagati per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo sono per ora il comandante neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio di guardia Matthew Griffith. La Procura contesta loro una serie di negligenze nella gestione dell’emergenza e nelle verifiche tecniche pre-navigazione.

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Il prossimo appuntamento cruciale sarà domani. Nel porto di Termini Imerese inizieranno le ispezioni interne al relitto, ora che è stato svuotato e stabilizzato. I periti della Procura, insieme a quelli di parte, effettueranno test sulla tenuta stagna, analizzeranno i compartimenti critici e confronteranno i dati tecnici con le testimonianze già raccolte. Al termine di queste operazioni, previsto entro la fine di luglio, saranno depositate le relazioni.

Nel frattempo il Bayesian resta sotto sequestro. Un mostro silenzioso, perfetto nella sua ingegneria, eppure caduto come il più fragile dei gusci. Un simbolo della perfezione tecnologica che si scontra con l’imprevedibilità della natura. O con l’imperfezione dell’uomo.

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