"È un contingente, come si dice nel gergo militare, in prontezza 24 ore su 24, con componenti terrestri, aeree, marittime, ma in grado di operare in modo autonomo anche in ambiente spaziale e cyber": il generale Lorenzo D’Addario lo ha detto al Corriere della Sera a proposito degli alpini della Brigata "Julia" e della Divisione "Vittorio Veneto", diventata nei giorni scorsi a Firenze Multinational Division South, la punta di diamante dell’Arf, la Allied Reaction Force della Nato, il super reparto dell’Alleanza creato dopo il summit di Vilnius nel 2023 in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, al quale partecipano 19 Paesi, compresi gli Usa.
La partecipazione di forze armate italiane, secondo il generale, "è il riconoscimento del ruolo ancora una volta decisivo che l’Italia e la Difesa ricoprono all’interno dell’Alleanza, così come dell’alto livello di addestramento e di capacità a lavorare insieme con i partner europei che possiamo assicurare in questi anni particolarmente delicati". Parlando dell'addestramento, D'Addario ha spiegato: "Siamo molto orgogliosi dei risultati ottenuti fino a oggi nel corso delle esercitazioni, come quella appena conclusa sul fianco est, Romania, Bulgaria e Grecia: sono attività che servono per testare la reattività del contingente e il suo livello di deterrenza. Per febbraio 2026 è in programma un’altra esercitazione in Germania. La Nato chiede determinate prestazioni affinché le unità abbiano gli stessi standard in missione, anche in ambienti extra europei, e possano aggiornare le loro capacità in base a richieste specifiche. Ogni esercitazione prevede scenari dove i reparti sono sottoposti a diverse sollecitazioni. C’è poi un debriefing dove si analizzano i risultati, si valutano modifiche e prestazioni in modo da affinare le tattiche sul campo".
Luciana Littizzetto umiliata dagli Alpini: "Perché allora tutta questa gente?"
Due mesi fa a Che tempo che fa, la trasmissione condotta sul Nove da Fabio Fazio, la sodale Luciana Littizzetto - seduta...Il generale ha riferito, inoltre, che l'Arf utilizza i droni "ma non solo. La sfida è molto più vasta e importante, perché alle nuove tecnologie si aggiungono i vecchi schemi che dimostrano oggi ancora una volta la loro utilità. Abbiamo a disposizione un set di forze straordinario da addestrare sempre al meglio. Anche se non nascondo la nostalgia di quando ero paracadutista nella Folgore, mi sento molto coinvolto in questa esperienza multinazionale, con una moltitudine di vedute che non può non arricchirci. Anche dall’interno, perché come dice il nostro capo di Stato maggiore le idee non hanno grado e non hanno età".