Da Roma a Bruxelles, sono centinaia i giovani agricoltori che ieri sono scesi in piazza per manifestare contro quella che definiscono «Vonderland»: un’Europa, guidata da Ursula von der Leyen, sempre più lontana dalle esigenze e dalla realtà dell’agricoltura e del popolo. La data scelta non è certo casuale. Perché oggi la Commissione Ue presenterà la sua proposta per il bilancio pluriennale 2028-2034. E tra le novità c’è la confluenza della Politica agricola comune (Pac) all’interno di un unico fondo europe. Il timore dunque è quello di un taglio sostanzioso alle risorse destinate agli agricoltori, che rischiano di venire dirottate anche su altre priorità.
«Siamo contrari, perché riteniamo che con la politica agricola comune tu fai delle misure dedicate al settore dell’agricoltura e dell’agroalimentare ben definite e soprattutto è certo quali sono le risorse investite a favore di questo settore. Nel Fondo unico tutto questo viene mescolato» ha spiegato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. «Per la prima volta dal 1962» spiega l’associazione in una nota, «l’Europa non avrebbe più un budget destinato con chiarezza al sostegno della produzione di cibo e alla sicurezza degli approvvigionamenti alimentari». «Questa non è l’Europa che vogliamo» è non a caso lo slogan che Coldiretti ha scelto, e i manifestanti scandito, durante l’azione coordinata che si è svolta contemporaneamente a Bruxelles, davanti al Palazzo Berlaymont, sede della Commissione, e a Roma dove, tra Colosseo, Fontana di Trevi, Palazzo Chigi e Senato, sono stati esposti striscioni raffiguranti von der Leyen, con la scritta «Welcome to Vonderland», accompagnati da messaggi come: «Non spegnere la democrazia!», «Non spegnere la salute» «Non spegnere l’agricoltura».
Ue, perché Ursula & Co. vogliono coprirci di tasse
La strategia del gambero. Mentre il Continente è impegnato a fronteggiare il ridisegno degli equilibri geopolitic...«Siamo scesi in piazza perché è in gioco molto più del nostro futuro: è in gioco la democrazia e la stessa idea di Europa» ha dichiarato il numero uno di Coldiretti, Prandini, presente a Bruxelles, accusando la presidente della Commissione di calpestare «ogni giorno il lavoro degli agricoltori» e ignorare «sistematicamente la volontà dei cittadini». Un’Europa «che toglie risorse alla produzione di cibo per destinarle al riarmo, che apre le porte a prodotti stranieri privi di garanzie, che firma accordi senza reciprocità e impone regolamenti scollegati dalla realtà agricola» rimarca Prandini, «non è l’Europa che vogliamo».
Ma oltre al definanziamento della Pac, che nel settenato in corso (2023-2027) ha stanziato 264 miliardi di euro a sostegno del settore, le critiche degli agricoltori riguardano anche la postura dell’Unione europea verso i dazi varati dall’amministrazione Trump. Nel mirino dunque, c’è anche «l’incapacità di von der Leyen di negoziare in prima persona sulla minaccia di dazi Usa al 30% e di difendere la nostra economia», ha sottolineato Prandini, secondo cui questo è «l’ennesimo tassello di una politica economica e produttiva totalmente fallimentare, che sta facendo chiudere interi settori europei, avvantaggiando paesi come la Cina».
Secondo i calcoli di Coldiretti, le tariffe americane al 30% sui prodotti agricoli ridurrebbero l’export italiano agroalimentare di un terzo, per una perdita di 2,3 miliardi di euro su 7,8 totali, mandando in fumo le previsioni che indicavano una crescita fino a quota 9 miliardi per l’anno in corso. Prandini ha poi denunciato un’Europa tecnocratica e autoritaria, che ignora il Parlamento ed evita il dialogo.
«Gli agricoltori» chiosa Prandini «non chiedono privilegi, ma rispetto: per chi ogni giorno garantisce sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e presidio del territorio. Non accetteremo più decisioni imposte dalla presidente, senza confronto, senza ascolto, senza dignità». «Una tecnocrazia cieca e arrogante, chiusa nei palazzi della Commissione, sta stravolgendo lo spirito originario dell’Unione, nata per unire i popoli e non per opprimerli», ha accusato il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, che invece si trovava alla manifestazione di Roma. «Noi non ci stiamo» ha aggiunto, «senza agricoltura non c’è sovranità, senza cibo non c’è pace, c’è solo guerra».
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Addio Nutriscore. E Fratelli d'Italia esulta per un successo politico, soprattutto del centrodestra italiano. Il ten...Dal mondo politico Fratelli d’Italia si schiera al fianco delle rivendicazioni degli agricoltori e contro il progetto di budget dell’esecutivo comunitario. «Le misure contenute nel nuovo bilancio pluriennale, se confermate, rappresenterebbero un grave errore di metodo e di merito. Nel metodo, sbaglia la presidente von der Leyen a forzare la mano, ignorando le posizioni espresse ad ampissima maggioranza in queste settimane dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Nel merito, ribadiamo la nostra contrarietà alla contrazione e alla nazionalizzazione della politica agricola, alla riduzione della politica di coesione, alla marginalizzazione delle autonomie locali e alla previsione di nuove risorse proprie che si tradurrebbero in nuove tasse su imprese e cittadini», hanno dichiarato gli eurodeputati Carlo Fidanza, capodelegazione del partito, e Ruggero Razza.