Gergiev, ecco perché il direttore putiniano deve esibirsi

Polemica sulla partecipazione del direttore d'orchestra è prevista a “Un’Estate da Re”, rassegna culturale in programma dal 19 al 31 luglio alla Reggia di Caserta. Ma combattere Putin è un'altra cosa
di Giovanni Sallustimercoledì 16 luglio 2025
Gergiev, ecco perché il direttore putiniano deve esibirsi
3' di lettura

Combattere Putin in modalità putiniana: è l’ultimo ossimoro che si aggira nella bolla dei Giusti e degli Intelligenti (ovviamente per autoacclamazione). Fatto: nel programma della rassegna culturale “Un’Estate da Re” (dal 19 al 31 luglio alla Reggia di Caserta, promossa e finanziata da Regione Campania) è previsto un concerto sinfonico con uno dei massimi direttori d’orchestra viventi, il russo Valerij Abisalovic Gergiev.

Fatto: Gergiev è un convinto sostenitore del regime di Putin. Non a livello idealmente generico o di mero tatticismo personale: ha sposato la narrazione ufficiale, le ha dato sponda con tutto il proprio prestigio, ha condiviso tutte le azioni anche recenti dello Zar, invasione dell’Ucraina compresa. Ha sostenuto pubblicamente l’annessione forzata della Crimea, ha promosso lettere e appelli a favore della “posizione” (leggi: della volontà di annientamento) di Putin su Kiev, ha anche per questo accumulato incarichi e relative soddisfazioni economiche.

Gergiev suona alla Reggia di Caserta? "Indegno": il caso travolge il Pd

A sinistra esplode il caso Gergiev, tra accuse e silenzi imbarazzati. A sollevarlo è Julija Navalnaja, vedova di ...

Non si va lontano dal vero, insomma, se lo si definisce artista e intellettuale “organico” al putinismo. Eppure, il problema sta proprio qui. Ovvero: nel pensare l’arte e la cultura (quella autentica, non l’alfabeto quotidiano di luoghi comuni spacciato per essa) sempre come emanazioni, subordinate, ancelle della politica. Se si “politicizzano” a oltranza le creazioni dello spirito (arte, letteratura, filosofia), lo si sappia o no, si è già dentro fino al collo a una visione marxista, quindi autoritaria, del mondo. Più o meno, è la visione che ha appreso Vladimir Putin durante la sua formazione nei gangli degli apparati sovietici, Kgb in primis. E che oggi ci viene paradossalmente riproposta da certi antiputiniani di maniera, troppo.

Perché un conto è l’appello contro il concerto (pubblicato su Repubblica) di Julija Navalnaja, la vedova del principale oppositore di Putin morto nel gulag artico: siamo all’incrocio tra dramma personale e tragedia storica. Ma quando la presenza a Caserta di Gergiev diventa l’occasione per l’agenzia di giornata dell’ineffabile Riccardo Magi, capisci che la si sta buttando troppo in politic(hett)a.

«Invitarlo è un messaggio politico, un regalo al Cremlino», tuona il segretario di +Europa (uno che sta in una coalizione con il turboputiniano Conte, e col Pd di quel Vincenzo De Luca che ancora ieri difendeva il concerto). Anche la pasionaria Pina Picierno si batte per il Niet a Gergiev, scomodando tra l’altro «il Regolamento Etico della Reggia di Caserta», che non pare un capolavoro di liberalismo. La soccorre Carlo Calenda: «Pina ha ragione. Sono ovviamente contrario al boicottaggio culturale generale - figurarsi, ndr- ma chi svolge un ruolo politico attivo di fiancheggiamento di un dittatore nemico del nostro paese non può avere spazio in Italia».

Pina Picierno contro l'esibizione del direttore d'orchestra russo: "Intervenga De Luca"

Ora nel mirino del Pd, e suo malgrado, ci finisce Valery Gergiev. L'eurodeputata dem Pina Picierno, infatt...

Tesi interessante, che durante la Guerra Fredda avrebbe comportato l’esilio dalla Repubblica delle Lettere per (almeno) tre quarti dell’intellighenzia nostrana, tifosa dichiarata dell’Unione Sovietica prima e poi di qualunque variante della tirannia rossa sparsa per il globo, da quella cinese a quella cubana. Detto da chi non è sospettabile di simpatie comuniste: sarebbe stata ovviamente una boiata pazzesca. Perché il grande errore è la sovrapposizione, la con-fusione tra quella scienza del contingente che è fondamentalmente la politica e l’arte dell’assoluto che caratterizza ogni tentativo del pensiero umano. La corrispondenza funziona soltanto se trascini l’Assoluto nella politica. Ma non è questa, in fondo, la radice di ogni totalitarismo?

Olga Smirnova, "contro questa guerra con ogni fibra del mio animo". Crolla il sistema-Putin, chi è questa ragazza

Olga Smirnova, trentenne prima ballerina del Bolshoi, ha lasciato la famosa compagnia per spostarsi al Dutch National Ba...

ti potrebbero interessare

altri articoli di Italia