Luca Casarini-choc: "L'ebreo pestato in Autogrill? Per chi è un regalo"

mercoledì 30 luglio 2025
Luca Casarini-choc: "L'ebreo pestato in Autogrill? Per chi è un regalo"
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Gira che ti rigira, sono sempre "compagni che sbagliano". Vanno un po' capiti, sono stati travolti dalla rabbia per una "causa giusta". Insomma, non sono violenti ma solo indignati un po' sopra le righe. La tesi è quella di Michele Serra, su Repubblica, ma pure di Luca Casarini che intervistato dallo stesso quotidiano sul pestaggio del cittadino francese di religione ebraica davanti al figlio di 6 anni da un gruppo di persone all'autogrill di Lainate, sulla Autostrada dei Laghi al grido "Palestina Libera" spiega con pacatezza: "Cedere alla rabbia è un regalo a Netanyahu". Tradotto: in questa storia il cattivo è il premier israeliano, non chi picchia un civile che non ha fino a prova contraria nulla a che vedere con quanto sta accadendo in Medio Oriente e che è colpevole solo di avere opinioni differenti.

"Io non ho la biografia giusta per essere uno che giudica, ho fatto anche io tante cose che non rifarei - alza le mani preventivamente Casarini, ex capo degli antagonisti no global a inizio anni Duemila e oggi fondatore della Ong Mediterranea Saving Humans -. È chiaro che hanno sbagliato, ma mi interessa dire un'altra cosa a quelle persone. Il favore più grande che si può fare a chi ha trasformato Gaza in un inferno è cedere a questo odio. Dobbiamo disertarlo proprio perché vogliamo che finisca l'inferno a Gaza. Finché c'è l'odio a comandare, ci sarà il disastro per l'umanità. Dobbiamo praticare il rifiuto delle relazioni violente".

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Qui la situazione ci sta sfuggendo di mano, ma in un modo un tantinello diverso da quello che potrebbe sembrare. Va bene...

Non parla di antisemitismo, a proposito di quella aggressione: "Credo che c'entri l'arruolamento a una logica d'odio che ormai ci tocca tutti e che dobbiamo rifiutare. Lo dico con il dolore vivo di chi ha appena perso una persona vicina in Cisgiordania. Mentre si parla solo di Gaza, con la copertura dell'esercito i coloni stanno portando avanti la loro pulizia etnica in Cisgiordania. Ieri è stato ucciso il nostro amico Awda Hathaleen, del villaggio di Umm al Khair: un colono gli ha sparato in pancia. Awda collaborava con noi al progetto 'Mediterranea with Palestine' ed era un attivista non violento. Potete immaginare i nostri sentimenti in questo momento ma, insisto, non dobbiamo cadere nel tranello della violenza, delle uccisioni, della forza".

E ancora: "Capisco cosa ti sale su vedendo cosa il governo israeliano sta facendo a dei bambini, ma la maniera migliore per fermare la guerra è disertare i comportamenti guerreschi. E non parlo solo di Gaza. Non è una guerra quella che il governo Usa sta facendo agli immigrati? O quella nel nostro mare, dove migliaia vengono fatti morire perché "umanità in eccesso", poveri e pure neri?".

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