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Scuola a ottobre. La Gelmini non boccia l'idea

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Nell'intervista al TG1 il ministro rilancia. "Solo per certe regioni con esigenze particolari"

Roberto Amaglio
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Si era smesso di parlarne quando si è assistito a una levata di scudi contrari alla proposta. Tuttavia il Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini non ha affatto accantonato l'idea di far iniziare la scuola a ottobre, anche se solo per “certe regioni con determinate esigenze”. Tiro corretto – Durante un'intervista al sito del Tg1, la Gelmini blocca sul nascere le polemiche sorte dopo la sua proposta. “L'avvio generalizzato dell'anno scolastico ad ottobre non è stato mai preso in considerazione”, spiega il ministro. “Si tratta invece di intercettare le esigenze di alcune regioni e al limite andare incontro a questi bisogni. In tal senso, si possono trovare delle soluzioni che prevedano il posticipo delle lezioni solo a livello locale”. La proposta – La querelle sull'inizio della scuola era iniziata a fine maggio, quando il senatore del Pdl Giorgio Rosario Costa aveva presentato un ddl composto da un solo articolo: posticipare l'inizio delle lezioni al 30 settembre, così come avveniva, tra l'altro, negli anni '60. Basta segnalare che il senatore Costa proviene dalla regione Puglia per capire il senso della sua proposta: posticipare il più possibile la fine della stagione balneare, attraendo così più turisti. Ed è questo il distinguo su cui Maria Stella Gelmini rifletterà nei prossimi mesi. Una riapertura posticipata delle scuole per le regioni con maggiore impatto turistico, infatti, sembra essere una strada percorribile. Problemi – Innanzitutto contro il ddl di Costa si è schierata compatta la Lega che, oltre a ritenere sconveniente la proposta, difende la competenza regionale a fissare il calendario scolastico. Inoltre c'è da tenere in considerazione le normative europee, le quali prevedono un minimo di 200 giorni di scuola all'anno: tra vacanze, ponti, festività e possibili rinvii nell'apertura, il limite minimo non è poi così lontano.

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