Se sulla Flotilla, la spedizione umanitaria diretta a Gaza, prevale una certa determinazione ad andare avanti, allo stesso tempo non manca un po' di preoccupazione. "Questa è una missione umanitaria, pacifica e non violenta per Gaza. Nessuno sia martire", ha detto l’eurodeputata di Avs Benedetta Scuderi, che viaggia sulla barca a vela Morgana, la stessa che martedì notte è stata colpita dai droni e ha perso l’utilizzo della vela. "Dobbiamo cercare di aprire una via diplomatica, non il contrario, almeno per quanto mi riguarda", ha aggiunto il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti, che è sulla stessa nave. Lo riporta il Corriere della Sera.
La maggior parte degli attivisti della missione, però, preferirebbe andare allo scontro. "Io mi auspico che i territori palestinesi ritornino ai palestinesi, oggi sono occupati da Israele per il 90%", ha spiegato Tony La Piccirella, lo skipper barese a bordo della Family, la nave coordinatrice della spedizone, insieme ai capi del movimento Miguel Duarte e Thiago Avila. Sulla proposta del governo italiano di lasciare gli aiuti a Cipro, La Piccirella ha detto che l'obiettivo è andare avanti, sfondando il blocco di Israele: "Se la merce di scambio è la fine della missione, noi non ci stiamo, vogliamo l’apertura di un canale umanitario permanente via terra e via mare".
Al momento sono circa 450 le miglia che separano la Flotilla dalle acque davanti a Gaza. E il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar è stato molto chiaro: "Non consentiremo alle navi di entrare in una zona di combattimento attiva e non permetteremo la violazione di un legittimo blocco navale". Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha avvertito la spedizione: "Usciti dalle acque internazionali nessuno sarà più in grado di garantire sicurezza e aiuto nel caso accadesse qualcosa".