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La Gelmini non ci sta: "Nella manovra nessun taglio per l'Università"

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Il ministro dell'Istruzione chiarisce "Il problema delle risorse esiste, ma il dibattito è stato mal posto"

Roberto Amaglio
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Se i docenti propongono scioperi a oltranza, interruzione delle sessioni di esami e di laurea e rinvio dell'inizio dei prossimi quadrimestri accademici, per spiegare le posizioni del Governo scende in campo il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che, dai microfoni di Radio anch'io, rassicura chi da ormai qualche settimana è in fibrillazione per i tagli. "Questa manovra fa salva sia l'Università che la ricerca, non ci sono tagli in questi settori", esordisce il ministro berlusconiano, escludendo ulteriori sforbiciate inserite nell'ultima manovra da 25 miliardi di euro. La Gelmini, comunque, non nasconde la testa sotto la sabbia. "Il problema delle risorse esiste – riconosce il ministro –,  è inutile negarlo. Ma dall'inizio della legislatura, il dibattito è stato mal posto soprattutto dall'opposizione. Si dice spesso che altri Paesi hanno scelto di investire nell'Università mentre questo Governo ha tagliato. In realtà, non spendiamo meno di altri Paesi. Il problema è nel modo di investire il denaro: dobbiamo concentrare le risorse dove hanno impiego corretto e utilità e in tal senso stiamo valutando come reinvestire il 30% dei risparmi frutti della Finanziaria precedente". Basta quindi ai contributi a pioggia per le Università. "Con la riforma si passa da un sistema di risorse a pioggia a quello della valutazione. Occorre fare chiarezza attraverso misure, legando l'autonomia alla responsabilità di gestione". L'intervista si allarga poi agli altri temi salienti in questi mesi per il suo ministero. "Gli esami di maturità di quest'anno si sono svolti con regolarità: le tracce degli scritti sono piaciute ai ragazzi, abbiamo dato un'impostazione più vicina alla loro sensibilità. Siamo anche riusciti a garantire la riservatezza, non facile in tempi di Internet. E' andato tutto bene". E sul tanto discusso maestro unico, la Gelmini sostiene che "con l'inserimento dell'insegnante prevalente è aumentato il numero ragazzi che fruisce del tempo pieno, circa 50.000 in più", come riportato dai dati degli Uffici scolastici regionali. "Non siamo ancora in grado di soddisfare tutte le richieste, ma c'è stato un aumento su situazione ereditata". Visto quanto il tema sia sensibile, si attendono le repliche di docenti, insegnanti e opposizione parlamentare. Anche oggi, infatti, le manifestazioni e gli incontri tra docenti, ricercatori e studenti non mancano. Tra tutti ne ricordiamo uno che prenderà il via alle 15:30 alla Facoltà di farmacia di Napoli “Federico II”.

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