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Sui nostri aeroporti bisogna investire

Il trasporto aereo italiano sta continuando a crescere in maniera rilevante e questo anno potrebbe chiudersi con un nuovo record in termini di passeggeri
di Andrea Giuricinmartedì 14 ottobre 2025
Sui nostri aeroporti bisogna investire

4' di lettura

Il trasporto aereo italiano sta continuando a crescere in maniera molto rilevante e questo anno potrebbe chiudersi con un nuovo record in termini di passeggeri con quasi 195 milioni di viaggiatori. Questo numero equivale a circa 35 milioni di passeggeri in più rispetto al 2019 e soprattutto questa crescita ha permesso all’Italia di diventare il terzo mercato a livello di Unione Europea, superando anche la Francia.

Solo per ricordare alcuni numeri, il mercato francese, nell’anno della liberalizzazione del trasporto aereo europeo, il 1997, contava quasi il 50 per cento in più di passeggeri del mercato italiano e nonostante le difficoltà di Alitalia, i nostri aeroporti hanno accolto un numero sempre maggiore di passeggeri, superando nel 2023 proprio il mercato francese.

In tutto questo, un ruolo essenziale lo hanno giocato i nostri aeroporti che sono diventati sicuramente sempre più competitivi a livello continentale e non solo. La competizione aeroportuale e di paese si gioca sempre di più sul fattore qualità, ma anche sul fattore prezzo, e, per quanto riguarda i servizi aeroportuali, a giudicare dai numeri, l’Italia è diventata sempre più rilevante e competitiva a livello europeo.

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La crescita delle compagnie low cost, che sono sempre più importanti per le connessioni di breve raggio, ha portato le compagnie tradizionali ad andare verso un processo di aggregazione, tanto che a livello europeo vi sono tre grandi gruppi “tradizionali” che vedono una parte importante del traffico, con un’importanza elevatissima per quanto riguarda le connessioni intercontinentali. In questo processo, Ita Airways è in fase di aggregazione con il gruppo Lufthansa, che considera il mercato italiano molto rilevante.

Molto interessante è il tema relativo all’hubbing, vale a dire quel sistema di traffico di hub and spoke che caratterizza le compagnie tradizionale e che serve a mettere in connessione i voli di breve raggio (spoke) con il lungo raggio, tramite gli hub di riferimento. Lufthansa ha precisato nella propria presentazione agli investitori di pochi giorni fa, l’importanza di Roma Fiumicino, sia per il posizionamento verso sud (con grandi potenzialità anche verso il Sud America e in futuro per l’Africa), ma anche per un tema di costo.

L’aeroporto ha vinto per 7 anni consecutivi come migliore grande aeroporto europeo, ma al tempo stesso ha potenzialità di crescita anche grazie ad un costo inferiore agli aeroporti in competizione. In generale gli aeroporti italiani hanno vinto per qualità diversi premi e al tempo stesso non risultano essere “cari” per le compagnie aeree. Se focalizziamo l’attenzione all’hub italiano di Roma Fiumicino, si evidenzia che è un aeroporto che è cresciuto molto negli ultimi anni, anche rispetto a molti competitor a livello globale.

In termini di passeggeri internazionali ha visto una crescita rilevante anche tra il 2019 e il 2024 pari al 18%, uno dei tassi di crescita maggiore rispetto agli altri principali aeroporti a livello mondiale per numero di passeggeri internazionali. L’aeroporto è competitivo ed infatti, andando a fare una comparazione dei costi di utilizzo per degli aerei a corto e lungo raggio, il costo per passeggero per voli a corto raggio all’interno dell’Unione Europea è di circa il 30/40% inferiore rispetto ad aeroporti comparabili, vale a dire con più di 35 milioni di passeggeri. Anche comparando con grandi scali europei, ma con meno di 35 milioni di passeggeri, il costo per aeromobili di corto raggio verso destinazioni europee è inferiore per Roma Fiumicino di circa il 6%. La comparazione è ancora più interessante nel momento in cui si guardano le destinazioni a lungo raggio con aeromobili widebody (quelli a doppio corridoio che vengono utilizzati per i voli verso Nord America, Asia, Africa o Sud America).

In questo caso, il costo per passeggero è addirittura inferiore del 55% per quanto riguarda aeroporti comparabili con più di 35 milioni di passeggeri, ma anche confrontando il dato di Roma Fiumicino con aeroporti di grandi dimensioni ma con meno di 35 milioni di passeggeri, il costo è inferiore di circa il 20% per questa tipologia di aerei.

La domanda da porsi è dunque come aumentare ancora la competitività del sistema aereo italiano e di Roma Fiumicino, dato che da un punto di vista di costi aeroportuali è competitivo? Vi sono due elementi che possono essere considerati, uno relativo all’addizionale comunale per l’imbarco dei passeggeri, che crea inefficienza e non porta risorse ai Comuni, dato che gran parte di questa tassazione (pari a oltre 700 milioni di euro l’anno) copre le spese generali dell’Inps, e l’altro relativo allo sviluppo infrastrutturale degli aeroporti in Italia. Questo secondo punto è estremamente importante, perché la crescita del settore aereo italiano rischia di essere limitata non da “costi aeroportuali elevati”, ma dall’impossibilità di sviluppare ulteriore traffico per via di colli di bottiglia infrastrutturali. La competitività del sistema aeroportuale italiano la si crea anche permettendo investimenti infrastrutturali per i gestori aeroportuali in modo da rimanere competitivi in termini di qualità, oltre che di costo, con i grandi hub che si stanno sviluppando a livello globale.

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