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Verona, poliziotto uccise immigrato che lo aggredì col coltello: chiesta l'archiviazione

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mercoledì 5 novembre 2025
Verona, poliziotto uccise immigrato che lo aggredì col coltello: chiesta l'archiviazione

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La Procura di Verona ha firmato la richiesta di archiviazione nei confronti di un agente della Polizia ferroviaria indagato per l'omicidio colposo di Moussa Diarra. Il 26enne maliano morì dopo tre colpi di pistolo davanti alla stazione di Porta Nuova il 20 ottobre del 2024. Come scrive in una nota il procuratore Raffaele Tito, Diarra sarebbe andato incontro al poliziotto con un'aggressività ingiustificata. Si è sempre tenuto a una distanza molto ravvicinata, sfoderando un coltello da cucina con una lama di 11 centimetri. Gli atti saranno ora trasmessi al giudice delle indagini preliminari che dovrà decidere sulla richiesta di archiviazione.

Stando alle indagini portate avanti dalla Procura di Verona, il 26enne maliano stava impugnando il coltello quando affrontò "con fare aggressivo" il poliziotto. Nonostante si trovasse a distanza ravvicinata sotto minaccia dell'arma, l'agente non avrebbe desistito né avrebbe tentato alla fuga. Secondo la Procura, il poliziotto "non si sarebbe volontariamente esposto a una situazione di rischio”.

Lo scorso 18 ottobre - a un anno da quell'episodio - si è tenuto un corteo partito dalla stazione di Porta Nuova fino alle strade del centro di Verona. Alla manifestazione hanno preso parte centinaia di persone chiedendo per Diarra "verità e giustizia". I familiari e gli amcii del maliano hanno sempre difeso la tesi dell'omicidio. Ma la notte prima dell'aggressione, Diarra era stato identificato dalla Polizia locale in evidente stato di alterazione. Subito dopo aveva sfondato la vetrata della biglietteria di Porta Nuova.

"Siamo sinceramente sconcertati dall'atteggiamento della Procura della Repubblica di Verona che, mentre richiede alla famiglia del povero Moussa Diarra, sparato a morte da un agente di Polizia, 8 euro per poterli mettere a conoscenza delle motivazioni che hanno fondato la richiesta di archiviazione, ritiene di poterle compendiare in un comunicato stampa da fornire ai giornalisti". Questa è la nota gli avvocati Fabio Anselmo, Paola Malavolta, Silvia Galeone e Francesca Campostrini, legali della famiglia del migrante maliano. Secondo gli avvocati "ancora una volta, la famiglia e gli affetti del morto, la dignità degli stessi e il necessario rispetto verso il loro bisogno di conoscere le cause e le condizioni della tragica morte di Moussa, oltreché i loro diritti di difesa, passano in secondo piano rispetto all'esigenza di informare la stampa e la politica. Questa difesa ha correttamente rispettato l'ordine di secretazione degli atti imposti dal pm in fase di indagini, e anche per questo riteniamo fosse dovuto mettere prima a conoscenza le persone offese delle ragioni della Procura, piuttosto che privilegiare l'opinione pubblica".

Di parere opposto Fratelli d'Italia. “Bene la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Verona nei confronti del poliziotto indagato per la morte di Moussa Diarra ”. Così il Presidente della Commissione Giustizia, Ciro Maschio. "Non avevamo dubbi - ha aggiunto -. Questa volta l'istanza è giunta in tempi abbastanza brevi, e in una fase iniziale del procedimento penale, ma spesso non accade e gli agenti devono sottoporsi al calvario giudiziario di un lungo processo, prima di vedersi scagionati da ogni responsabilità. Proprio per superare situazioni del genere, Fratelli d'Italia ha presentato oggi alla Camera dei Deputati, una proposta di legge per dire stop all'iscrizione automatica nel registro come 'atto degli indagati dovuto' per gli agenti, quando sussistano causa di giustificazione. È una proposta di legge rivolta in teoria a tutti i cittadini ma pensata in particolare per tutelare le forze dell'ordine e che prevede 'modifiche all'articolo 335 del Codice di procedura penale'. L'antigiuridicità o la legittimità della condotta e di evitare, se non strettamente necessaria, l'iscrizione nel registro degli indagati".