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Abruzzo, la famiglia che vive nei boschi? Figli allontanati, furia Salvini

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venerdì 21 novembre 2025
Abruzzo, la famiglia che vive nei boschi? Figli allontanati, furia Salvini

2' di lettura

Sono stati prelevati e allontanati dalla famiglia i tre bambini che vivevano nei boschi di Palmoli in provincia di Chieti, in Abruzzo. Per loro adesso è previsto il trasferimento in una struttura protetta, una comunità educativa, per un periodo di osservazione. E la madre sarà con loro. A stabilirlo un provvedimento del tribunale per i minorenni dell’Aquila. Questa mattina, venerdì 21 novembre, il legale dei genitori, gli assistenti sociali e agenti delle forze dell’ordine sono andati sul posto per dare esecuzione alla misura del giudice.

La storia aveva attirato l'attenzione di tutti nei giorni scorsi. Basti pensare che 31mila persone hanno firmato una petizione online a sostegno della famiglia anglo-australiana, arrivata qualche tempo fa a Palmoli, paese di circa 800 abitanti. Sotto i riflettori ci è finita la loro scelta di vivere lontano dalla città, senza elettricità, acqua e gas. Per loro era importante crescere i figli restando a contatto con la natura e optando per l’istruzione domestica. A occuparsene un'insegnante privata molisana.

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L'attenzione sui figli della coppia, una bambina di otto anni e due gemelli di sei, è scaturita da un ricovero in ospedale dei bambini a seguito di un’intossicazione da funghi. A quel punto era scattato un controllo dei carabinieri nella casa e successivamente c'era stata una segnalazione che aveva portato a sospendere la potestà genitoriale, senza però interrompere l’affidamento dei minori alla famiglia. Ora, invece, è stato deciso l'allontanamento dai genitori e il trasferimento in una struttura indicata dal tribunale. 

La vicenda ha fatto indignare il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha dichiarato: "Mi ripropongo, non da ministro ma da genitore, da padre e da italiano, di seguire direttamente la vicenda della famiglia che vive in una casa nel bosco nella provincia di Chieti e, se serve, di andare sul posto perché ritengo vergognoso che lo Stato si occupi di entrare nel merito dell'educazione privata, delle scelte di vita personali di due genitori che hanno trovato nell'Italia un paese ospitale e che invece gli ruba i bambini". E ancora: "Da genitore, mi vergogno per come si sta comportando lo Stato italiano nei confronti di una madre australiana che ha fatto l'insegnante e di un padre che ha fatto lo chef e con tre bambini, che hanno fatto una scelta di vita diversa, non di vivere in centro tra fretta e ansia ma a contatto con la natura, con un'insegnante privata per i figli. Non hanno la luce, l'acqua e la televisione".

Infine ha chiosato: "Ma io sono stato nel campo rom di Giugliano alle porte di Napoli la settimana scorsa, con centinaia di bimbi in età scolare e non a scuola, sporchi, senza insegnanti, senza luce gas e acqua e con genitori che in molti casi campano rubando. Lì dove sono gli assistenti sociali? Dov'è la procura, il tribunale dei minori, lo Stato?".