"Adesso si diventa cattivi". Annuncia battaglia Giuseppe Sempio, il padre di Andrea Sempio che risulta indagato per concorso nell'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto del 2007 nella villetta in cui la ragazza viveva con la famiglia in via Pascoli a Garlasco.
All'indomani dell'incidente probatorio al Tribunale di Pavia che ha segnato un momento pivotale in questa nuova inchiesta, che potrebbe rimettere in discussione anche la condanna in via definitiva del fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, che sta scontando 16 anni in carcere, papà Sempio davanti alle telecamere di Quarto grado, su Rete 4, si dimostra amareggiato ma di certo non rassegnato.
"Non è un Natale. Esci di casa e pensi che lo sia, ma per noi non lo è". "Se ho ancora voglia di difendermi? Adesso più di prima. Adesso - sottolinea - si diventa cattivi. Noi stiamo i piedi per la cattiveria, la rabbia. È una vigliaccheria che si ripresenta di nuovo e che va avanti. Noi non avevamo niente da nascondere. Qui non c’è niente da nascondere. Mio figlio non c’entra niente. A casa mia i ragionamenti non si fanno più. Deve farli la giustizia. Noi sappiamo che la verità è la nostra, è solo la nostra. E ci sentiamo chiusi in un barattolo".
Importante anche il passaggio sui celebri "pizzini" ritrovati a casa sua e che secondo i pm di Brescia che indagano su una inchiesta parallela potrebbero rappresentare una prova di corruzione in atti giudiziari. "La cifra di 20-30 euro si riferiva più che altro a un prospetto di spesa che dovevamo affrontare - puntualizza -. Si parla sempre dei 20-30mila di cui dice la Finanza. Era un prospetto di spesa fatto in casa, un ragionamento sul capitale che avevamo tra banca e posta per affrontare le spese. Non c’erano 20-30mila scritti: era solo un’ipotesi, un conto fatto in casa".
La scritta 'archivia', spiega il padre di Sempio, "era solo una cosa che volevo capire io dagli avvocati: cosa significasse l’archiviazione, il contesto dell’archiviazione, che cosa comportasse". Il secondo foglietto trovato lo scorso 26 settembre, con la scritta "1000 Lovati, 10000 Garofano", è invece "un promemoria di quello che si pensava di arrivare ad affrontare, certe spese legali di mio figlio".
Su quel biglietto scritto a mano sequestrato a casa Sempio con le parole 'Venditti gip archivia', il papà di Andrea Sempio ribadisce: "Io non sapevo che sarebbe successa questa maledizione. Anche se lo avessi saputo non lo avrei buttato. È mio, l'ho scritto io. Certo che lo rivendico. Ma stiamo scherzando? È una cosa che ho scritto io! Per me è un promemoria. Poi la gente può dire quello che vuole".
«Noi non avevamo niente da nascondere. Qui non c’è niente da nascondere. Mio figlio non c’entra niente.»
— Quarto Grado (@QuartoGrado) December 19, 2025
In esclusiva a #Quartogrado parla il papà di Andrea Sempio pic.twitter.com/vRUhfgviDB




