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Don Laterza? Le femministe se la prendono con il vescovo che esalta l'obbedienza di Maria

I social gridano al patriarcato contro Monsignor Laterza, ma ignorano il ruolo unico della madre di Gesù nel cristianesimo
di Caterina Maniacilunedì 22 dicembre 2025
Don Laterza? Le femministe se la prendono con il vescovo che esalta l'obbedienza di Maria

4' di lettura

«Maria è veramente libera, libera perché sa ubbidire. Vedete, Maria è la donna veramente più libera del mondo. Dovremmo dirlo a qualche femminista. Maria è la donna più libera del mondo perché ha saputo obbedire»: nella sua omelia in cattedrale a Conversano, nel Barese, lo sottolinea don Giuseppe Laterza, già arcivescovo, dal 2023 al 2024, della ex diocesi di Vartana e nominato da papa Francesco nunzio apostolico in Repubblica Centroafricana e Ciad. Succede sabato mattina nel corso della quinta giornata della Novena nella cattedrale, guidata appunto a don Laterza, e le sue parole si diffondono attraverso un video trasmesso in diretta su Facebook e pubblicato dal quotidiano locale “Oggi Conversano” si sente il ragionamento del religioso. Parole che hanno scatenato, e probabilmente continueranno a scatenare, polemiche e critiche, anche pesanti. Lorenzo Gasparrini, filosofo femminista, scrittore e divulgatore, interpellato dal quotidiano La Stampa tra gli altri commenta: «Visto che da molto tempo la gerarchia del potere ecclesiale è messa in discussione dalle sue fondamenta dogmatiche, questa gerarchia si difende come può. Anche sparando scemenze, come in questo caso. Per fortuna molti e molte cattolici e cattoliche stanno parecchio più avanti di questi porporati ignoranti e tremebondi». Eppure, ci sarebbe molto altro. «L’anima mia magnifica, magnifica il Signore /e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore. /Perché ha guardato l’umiltà della sua serva, /tutte le generazioni mi chiameranno beata». Sono le prime parole del Magnificat, il grandioso canto di gioia di Maria, così come l’ha tramandato il vangelo di Luca (1:46-55), quando la Vergine si reca visita alla cugina Elisabetta. Si dichiara «umile serva» del Signore, obbediente, pur nella sua libertà e nel suo “sì” pronunciato non senza tremore, in risposta al Suo progetto di salvezza. E questo è la definizione diretta, per così, dire di Maria stessa sulla sua figura e sul suo destino. Allora perché le parole di don Laterza destano tanto scalpore? Forse il dato più “sensibile” è stato l’accenno alle femministe...

DANTE
Da millenni la Madre di Cristo viene evocata, raffigurata, immaginata nel momento centrale in cui non dirige autonomamente la sua vita: aspetta che Dio prenda le redini del suo cammino e la guidi dove Egli vuole. È docile, e con questa sua disponibilità predispone i grandi avvenimenti che coinvolgono Dio nel mondo. La Divina Commedia proprio con un inno a Lei arriva al suo culimen bel Canto XXXIII del Paradiso: «Vergine Madre, figlia del tuo figlio, /umile e alta più che creatura», Colei che ha tanto nobilitato la natura umana che «’l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura». Un evento clamoroso reso alla grande per esempio da Beato Angelico (la nostra immagine in prima pagina), che ambienta la scena in un chiostro claustrale e rarefatto, mentre l’Arcangelo Gabriele si inchina armonicamente dinanzi alla giovane donna, che accoglie le parole con un misto di stupore, timore e mansuetudine. Ma è forse l’Annunciazione di Recanati di Lorenzo Lotto che ci parla con più realismo e forza di quel che può aver provato quella ragazzina che si fa piccola piccola, quasi rannicchiata, mentre incombe la presenza possente di Dio. Spaventata, inchiodata al pavimento della sua stanza ordinata, mentre un gatto fugge via terrorizzato. Maria ha paura, sì, ma rimane, accetta. E cambia le sorti dell’umanità.

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LA MISSIONE
I sacerdoti, i vescovi, i cardinali, i Pontefici richiamano sempre a questa dimensione di libertà e insieme di obbedienza della Madonna. Tra i moltissimi esempi, la “Lettera pastorale del 2017-2018” dell’allora arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzoccato, in cui si invita la chiesa di Udine a pregare e ad aprirsi alla missione in nome di Maria, così come lo è stata la prima Chiesa nascente, degli apostoli e dei discepoli uniti intorno alla Madre di Gesù, la sua grandezza e «la sua missione accanto a Gesù», la prima «discepola fedele e serva obbediente». E papa Francesco, in una udienza generale, del 18 novembre 2020, ricorda che «Maria non dirige autonomamente la sua vita: aspetta che Dio prenda le redini del suo cammino e la guidi dove Egli vuole. È docile, e con questa sua disponibilità predispone i grandi avvenimenti che coinvolgono Dio nel mondo».

Docilità, obbedienza non come frustrazione, come sottomissione, ma come adesione al disegno di Dio, che la rende “beata” per tutte le generazioni future (sempre dal Magnificat). Maria è assunta in cielo con il suo corpo, come solo a Cristo è concesso, del 15 agosto che commemora l'elevazione in cielo della Vergine Maria in anima e corpo, un dogma proclamato da Papa Pio XII nel 1950, ma basato su una tradizione antica, celebrata anche come “Dormizione” in Oriente, che anticipa la risurrezione finale dei credenti. Dogma di fede, ma poco conosciuto, come tanti altri fatti, concetti, dogmi della fede cattolica. Massimo Cacciari qualche giorni fa ha proposto di introdurre nelle scuole medie italiane un’ora settimanale di esegesi biblica tenuta da un esperto laico, criticando l'attuale insegnamento religioso perla sua “ignoranza devota” e superficialità, per affrontare la base culturale della civiltà occidentale, sostenendo che molti studenti non sanno neppure che Gesù non ha scritto i Vangeli. La cronaca continua a confermare questa riflessione.