La riapertura dell’inchiesta sul delitto di Garlasco da parte della Procura di Pavia, nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi, sta facendo emergere aspetti rimasti a lungo in ombra dopo l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007.
Oggi tra gli indagati figura Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, accusato di concorso in omicidio e dichiaratosi estraneo ai fatti. A suo carico pesa il DNA rinvenuto sotto le unghie di Chiara, giudicato “tra il forte e il molto forte” compatibile con la sua linea patrilineare dalla perita Denise Albani. Parallelamente, riaffiorano elementi trascurati nelle prime indagini, che sollevano interrogativi sull’operato iniziale degli investigatori.
All’epoca, i sospetti si concentrarono quasi subito su Stasi, fidanzato della vittima e primo a trovare il corpo. Dopo due assoluzioni, nel 2015 è arrivata la condanna definitiva a sedici anni. Oggi però tornano al centro dell’attenzione alcuni abiti e scarpe rinvenuti in un canale vicino alla villetta di via Pascoli, riletti alla luce di una possibile nuova impronta e di una BPA in fase di elaborazione dai RIS di Cagliari.
A sottolineare le incongruenze è stato Giuseppe Brindisi a “Mattino 5”: "Questa è una delle tante, chiamiamole anomalie. Potremmo usare altri altre definizioni – sono le parole del giornalista -. Vengono trovati questi indumenti griffati, come dice la testimone probabilmente con il sospetto che siano sporchi di sangue e vengono esaminati. Tra l’altro, indumenti particolari, sono appunto firmati. Ci sono indumenti maschili, ci sono due canottiere che per la taglia possono essere probabilmente appartenuti a delle donne. Si trova con il luminol il sangue, con il combur test no. Prassi vuole, e lo sappiamo perché ci siamo informati in questi anni, che sarebbe stato necessario un terzo test definitivo per sciogliere ogni dubbio".
Chiara Poggi, l'ultimo sms-choc a Paola K: "L'oppioide non te lo compro"
L’ultimo messaggio inviato da Chiara Poggi alla cugina Paola K, pochi giorni prima di essere uccisa, riporta l&rsq...Secondo Brindisi, quegli oggetti — poi distrutti — assumono oggi un peso diverso. "In realtà questo test non viene mai fatto e addirittura questi abiti, queste canotte e queste scarpe, che assumono un’importanza particolare alla luce di queste indiscrezioni sulla nuova bpa dei Ris Cagliari, vengono distrutti. Perché non si capisce, ma tutto viene distrutto e adesso, però facciamo lavorare i Ris, la Cattaneo e la Procura e vediamo se questi oggetti, se questi di abbigliamento possano rientrare nelle indagini".
Negli anni si è ipotizzato che quegli indumenti appartenessero a dei pittori, ma l’idea convince poco. "Certo è un’altra anomalia, se fossero stati davvero pittori. Se fosse stata vernice e non sangue, questi pittori andavano al lavoro come se andassero a una festa. Erano proprio griffati, proprio firmati, roba che i pittori magari non possono permettersi, no?". Domanda tutt'altro che peregrina.




