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Gli atei pisani contro le campane

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Stanchi dei continui rintocchi e in difesa della laicità dello Stato, i cittadini chiedono che il Comune limiti il loro uso

Eleonora Crisafulli
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Basta con i rintocchi delle campane a tutte le ore del giorno. I cittadini atei di Pisa sono stanchi del suono che arriva dai campanili della città. Così hanno scritto una richiesta formale all'amministrazione affinché "il Comune introduca dei limiti al loro uso nel regolamento comunale". L'iniziativa della sezione pisana dell'Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) è stata presa in difesa della laicità dello Stato, ma anche per limitare gli abusi delle parrocchie e difendersi dai rumori. "Anche perché - spiega il presidente del circolo Giovanni Mainetto - se non si introducessero limiti per tutti allora anche i musulmani che decidessero di costruire una moschea a Pisa avrebbero diritto alla chiamata del muezzin dal minareto durante la notte". Fasce orarie - La proposta prevede che le campane si possano suonare in due fasce orarie nei giorni festivi (9-13 e 16-20), mentre in quelli lavorativi gli orari devono essere allineati a quelli "di analoghe attività permanenti di tipo produttivo". La replica di Armani - Al circolo pisano replica mons. Aldo Armani, responsabile dell'ufficio comunicazioni sociali della Curia cittadina: "Già la Cei in passato aveva disposto di non abusare del suono delle campane. Indicazione alla quale si sono attenuti anche i parroci pisani, perché quando ci sono buon senso e moderazione, tutto si risolve". Il problema quindi sarebbe già stato risolto e i rintocchi ridotti al limite. Inoltre, in un momento difficile come quello attuale non dovremmo essere litigiosi, ma uniti. I latini dicevano divide et impera: ecco, questi contrasti favoriscono i potenti, che non sono certo coloro che suonano le campane". La richiesta, inoltrata all'assessore all'ambiente Federico Eligi, sarà discussa in Consiglio comunale a settembre.

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