Il Times Higher Education boccia gli atenei italiani
Nella classifica dei 200 migliori atenei al mondo non c'è traccia delle facoltà nostrane. Harvard al primo posto
Non sappiamo se questa graduatoria avvalli le tesi del governo sullo stato dell'istruzione in Italia. E non sappiamo nemmeno se la riforma varata da Mariastella Gelmini (alle prese con le misure di austerity imposte dal ministro Tremonti) vada nella direzione giusta. Sta di fatto che la classifica annuale stilata Times Higher Education dimostra che qualcosa bisogna fare per rimettere in sesto il funzionamento e l'efficienza dei nostri Atenei. Nella graduatoria stilata dal settimanale inglese, infatti, nei primi 200 posti figura nessuna università italiana. Dominio anglosassone – Come prevedibile esaminando le precedenti indagini in questo campo, i primi posti sono tutti delle università americane e di quelle inglesi: al primo posto Harvard, poi il California Istitute of Technology, il Massachussetts Istitute of Technology, Stanford, Princeton, Cambridge e Oxford (prime due inglesi). Oltre a monopolizzare i primi posti, gli Stati Uniti la fanno da padrona anche da un punto di vista quantitativo, con ben 72 istituti tra i top 200. Al secondo posto, manco a dirlo, il Regno Unito (29); un gradino sotto le università tedesche (14), quelle olandesi (10), le svedesi (6), le svizzere (5), le francesi (4) e le spagnole (2). Parametri – La graduatoria, spiegano i responsabili dell'indagine, tiene conto di 13 parametri che vanno dall'insegnamento, alla ricerca, passando dal trasferimento delle conoscenze. Questi 13 punti sono stati a loro volta raggruppati in cinque settori di valutazione: insegnamento (influenza 30%), ricerca (30%), prestigio delle pubblicazioni e delle ricerche, innovazione e l'internazionalità dello staff (studentesco e del corpo docente). "Gli Stati Uniti spendono il doppio di molti paesi europei nell'istruzione universitaria - commenta Phil Baty, editore responsabile di "THE" - si parla del 2,9% del Pil, rispetto alla media Ocse dell'1,4". Risultati discordanti – Certo questa classifica non è da prendere come oro colato, anche perché solo due settimane fa un'altra graduatoria sugli atenei internazionali era stata pubblicata da QS: nel confronto tra le due indagini emergono alcune differenze. Qualunque fonti si citi, tuttavia, gli Atenei nostrani restano nei bassifondi della top 200.