Gianfranco dice "no" ai medici
che denunciano i clandestini
Il 'medico-spia' non convince affatto il presidente della Camera Gianfranco Fini, che torna a parlare del decreto sicurezza che continua a far discutere. "Questa cosa non mi convince. Il medico ha il diritto di curare lepersone non di guardare se è un clandestino o meno". Gianfranco Finiprende quindi una posizione netta contro la norma del dl sicurezza che dà ai medici lapossibilità di denunciare gli immigrati irregolari. "Se il medico sarà costretto a denunciare ilclandestino, dice la terza carica dello Stato, "si creerà un circuito di medicina alternativo. Non dicoche il clandestino andrà da uno sciamano, ma sicuramente si servirà diterapie parallele", osserva il presidente della Camera parlando a'Porta a porta'. Questa norma", aggiunge Fini, "potrebbe portare deirischi per la società, con il diffondersi di patologie pericolose. Ragioniamo prima didar vita a provvedimenti che possono ledere il diritto della persona.Nei confronti del clandestino bisogna ricordare che è sempre unapersona umana. Il rispetto della dignità viene prima di qualsiasiconnotazione. Prima è un uomo", conclude. Bimbi di clandestini - Il presidente della Camera parla anche dei bambini nati nel nostro Paese da genitori clandestini, e anche in questo ambito prende una posizione netta: sarebbe "davvero gravissimo" se fosse impedita la loro registrazione anagrafica", poi conclude: "Questa mattina ho chiesto al governo informazioni sulla questione. Dato che non sono riuscito a mettermi in contatto con il ministro dell'Interno Roberto Maroni, ho parlato con il sottosegretario Alfredo Mantovano che mi ha assicurato che non è assolutamente vero. Confido che sia davvero così, perchè sarebbe gravissimo se fosse impedita la registrazione anagrafica di un bambinonato in Italia, seppure da genitori clandestini. La registrazione -ha concluso Fini- garantisce l'identità di un individuo e non ha nessun collegamento con l'acquisizione della cittadinanza. Che facciamo, questo bambino lo trasformiamo in un apolide? O in un fantasma?"