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Avete scippato il Nobel dell'Economia al mio portiere

Franco Bechis
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L'economista americano Richard Thaler è Nobel dell'Economia 2017, avendolo soffiato a chi lo avrebbe meritato più di lui: il mio ex portiere e il direttore del supermercato sotto l'ufficio. Entrambi avevano scoperto le nuove teorie dell'economia prima di Thaler, e vi dirò perché. Intanto spiego chi è il furbissimo premiato: professore dell'università di Chicago, teorico della finanza comportamentale, appena saputo che poteva avere in tasca il premio da 1,1 milioni di dollari, Thaler ha annunciato: “cercherò di spenderlo nel modo più irrazionale possibile”, e via libera ai bagordi. Ed è razionalissimo, perché il simpatico professore ha vinto proprio per quel motivo il premio più ambito del mondo: ha scoperto che le teorie economiche tradizionali da secoli applicate non funzionano quando si tratta di soldi personali, perché bisogna tenere presente la follia che c'è in alcuno di noi. A dire il vero le scoperte del professore non sono sensazionali, perché la sua analisi di fondo dice che noi siamo tutti un po' spendaccioni quando riceviamo soldi imprevisti o comunque facili, e lo siamo molto meno quando i soldi sono sudati e difficili da raggiungere. Sembra un po' la scoperta dell'acqua calda: se vinci all' enalotto o con una puntata al casinò qualche decina di milioni di euro, o erediti somme astronomiche dalla zia d'America di cui ti eri dimenticato, sei portato a folleggiare parecchio e magari a buttare via un bel po' di soldi. Per Thaler questo sarebbe “un comportamento irrazionale” che le teorie economiche non prevedono. Ma gli uomini diventano molto più razionali se si tratta di usare i 300 euro al mese in più che dopo anni arrivano con un sudatissimo e meritatissimo aumento di stipendio: si tende a non buttarli via. L'una e l'altra teoria me le aveva appunto enunciate in romanesco anche il portiere della mia vecchia casa (ora non ne ho): guadagnava uno stipendio modesto e se facendo qualche lavoretto ogni tanto integrava il necessario magari comprava una maglia in più a un figliuolo, ma non li buttava certo via. Sognava anche lui di vincere all'enalotto, e nel sogno appariva ogni modo di spendere e spandere: mi faccio la Ferrari, mi compro una villa in quell'isola, con tutte le donne che mi potrò pagare, sai che harem metto su. Peppino il portiere che il poco lo conservava gelosamente, il molto era disposto a buttarlo via: nessuno però ha segnalato la sua teoria di vita all'accademia per il Nobel, e così l'ambito premio che lui si sarebbe mangiato e bevuto in due settimane, è stato scippato dal prof. Thaler. Siccome l'economia è una scienza talmente inesatta da fare scudo ormai a chi ci governa e non ne azzecca più una, non riuscendo mai a migliorare e spesso invece a peggiorare la vita dei governati, è diventata una moda dare il premio Nobel agli psicanalisti dell'economia. Thaler fa parte di questa schiera, ed è il quinto a riceverlo per dire che c'è un po' di irrazionalità nelle scelte degli uomini, e senza tenerla presente nessuna teoria funziona. E' molto più divertente leggere tesi di questo tipo piuttosto che i noiosi e rigidi trattati di Adam Smith e compagnia bella che hanno appesantito le cartelle degli universitari negli ultimi secoli. Per elevarsi un po' sopra il mio ex portiere di casa, quelli come Thaler provano anche a inventare qualche formula matematica per calcolare quanto c'è di irrazionale nelle scelte di consumo e quanto invece segua la ragione. Ma pure con quelle formule non sembra che si compia una vera e propria rivoluzione. Il professore di Chicago ci spiega quelli che ha ribattezzato fin dalla fine degli anni Ottanta i “mental accounting”, che in sostanza è la contabilità mentale che ognuno di noi ha, che dipende dalla esperienza personale, dalla realtà e dalla psicologia individuale: fattori che in gran parte non vengono considerati nelle teorie economiche. Anche qui si tratta un po' di scoperte dell'acqua calda, che in fondo partono dalla considerazione che tutti noi siamo un po' imbecilli (Thaler ha preso il Nobel anche per avere constatato questo). Al di là di come ci siamo procurati i soldi, razionalmente li dovremmo spendere per comprare qualcosa che ci è necessario e che quindi useremo. Il nuovo premio Nobel per l'economia ha osservato però che la ragionevolezza non è tutto, e conta pure la piscologia: potresti comprarti delle cose che non utilizzerai mai per il semplice fatto di essere convinto di avere raggiunto un buon affare. Senza avere mai frequentato l'Università di Chicago né da studente né da professore, doveva averlo capito da autodidatta il direttore del supermercato qui a due passi da Libero: siccome a prezzo pieno vende solo quello che serve alla gente, applicando la piscologia all'economia piazza loro ogni inutilità con la formula del “prendi 3 e paghi 2” o inventandosi qualche saldo estemporaneo che ingolosisca i più babbioni. Ma il direttore del supermarket ha avuto lo stesso ingrato destino del mio ex portiere: ignorato dall'Accademia di Stoccolma, privato del Nobel che gli spettava dal furbissimo professor Thaler. Continua a leggere su L'imbeccata di Franco Bechis

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