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Riforma del lavoro e Jobs Act: via articolo 18 , contratto a tutele crescenti e cassaintegrazione per tutti i lavoratori

Giulio Bucchi
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Cassaintegrazione per tutti i lavoratori, non solo a tempo indeterminato, e "tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio" in cambio dell'abolizione dell'articolo 18. Sono i due punti cardine della riforma del Lavoro allo studio del governo Renzi. L'emendamento presentato al Jobs Act all'articolo 4 sul riordino delle forme contrattuali prevede appunto "per le nuove assunzioni un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio". Il testo, condiviso dai partiti della maggioranza riuniti in mattinata a Palazzo Madama, verrà votato domani, giovedì 18 settembre, dopo il parere della commissione Bilancio. Via l'articolo 18, garanzie più estese - La stella polare del premier Matteo Renzi sarà il concetto di flexsecurity, il modello "flessibile" alla danese (già proposto da Pietro Ichino) che prevede tra le altre cose l'abolizione dell'articolo 18 (peraltro già depotenziato dalla precedente riforma Fornero), la sostituzione dell'obbligo di reintegro con un indennizzo economico a favore del dipendente licenziato e, in cambio, più garanzie su maternità, ferie, malattia, cassaintegrazione estese, appunto, a tutti i lavoratori, non solo quelli con contratto a tempo indeterminato. La revisione degli ammortizzatori sociali, però, non rientrerà nel pacchetto Jobs Act ma verrà rinviato a decreti delegati, come spiegato dal sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova. Neoassunti - Il contratto a tutele crescenti dovrebbe diventare, nelle idee del governo, il principale strumento di inserimento nel mondo del lavoro a tempo indeterminato. Il neo-assunto avrà maggiori tutele con l'aumentare dell'anzianità. Si tratta ancora di capire quali saranno le condizioni e le sfumature di queste "tutele". Demansionamenti - Di sicuro, resta la questione del demansionamento già annunciata da Renzi, vale a dire la possibilità per un'azienda di demansionare in alcuni casi un dipendente, in deroga all'articolo 13 dello Statuto dei lavoratori, "in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale", prevedendo comunque "limiti alla modifica dell'inquadramento". Compenso orario minimo - Il governo ha in studio poi l'introduzione anche per i Co.Co.Co (collaborazione coordinata e continuativa) del "compenso orario minimo, anche in via sperimentale".

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