PageGroup, cresce fiducia in mercato lavoro ma resta la più bassa d'Europa
Roma, 22 gen. (Labitalia) - La fiducia nel mercato del lavoro aumenta rispetto allo scorso anno, ma non basta per rendere i lavoratori ottimisti. È quanto registra il 'Confidence Index', ricerca condotta da PageGroup, società leader mondiale nel recruitment con i brand Page Executive, Michael Page e Page Personnel, che indica una crescita complessiva della fiducia in tema di prospettive individuali e di mercato. L'indice - ottenuto attraverso la somministrazione di 658 questionari in Italia ai candidati per opportunità professionali a livello di middle e top management - è aumentato del 5%, passando da 40 punti nell'ultimo trimestre 2017 a 45 punti a fine 2018. Il dato, nonostante sia in costante crescita, risulta essere il più basso registrato in Europa. La Germania si posiziona al primo posto con un punteggio pari a 70, seguita da Svezia (69 punti) e Austria (64 punti), più vicine all'Italia invece Francia e Spagna, rispettivamente a 51 e 50 punti. Nello specifico, il 41% dei lavoratori è ottimista circa la possibilità di trovare lavoro entro 3 mesi dall'inizio della ricerca, dato che riscontra un incremento dell'11% rispetto allo scorso anno. I lavoratori italiani si dicono anche fiduciosi circa la possibilità di poter migliorare le proprie competenze lavorative nei prossimi 12 mesi (63%), dato aumentato dell'8% dal 2017, di ricevere un aumento di retribuzione (43%) e avere un miglior work-life balance (40%). Dalla ricerca emerge una visione ottimistica sulle prospettive future dei prossimi 6 mesi, sia da un punto di vista lavorativo che economico, entrambi al 47% e in netto miglioramento rispetto alla percezione attuale di questi due parametri, rispettivamente al 37% e al 34%. Prospettive in chiaroscuro, invece, per gli indici che riguardano la soddisfazione lavorativa: se il 41% si ritiene soddisfatto della sicurezza del proprio lavoro, solo il 35% è appagato dalle condizioni generali riscontrate e il 32% dal proprio salario. I lavoratori risultano, inoltre, ancora più insoddisfatti del proprio work-life balance (dato al 29%) e delle opportunità per ottenere una promozione (12%).