Professioni: tra digitalizzazione e Ai, a Bruxelles a confronto sul futuro
Roma, 14 nov. (Labitalia) - Digitalizzazione e intelligenza artificiale stanno producendo una rivoluzione epocale sul mondo del lavoro e delle libere professioni, il cui esito sarà fortemente condizionato dalla diffusione di questi due elementi nei diversi settori e fra le varie comunità professionali. Da un lato, la diffusione delle nuove tecnologie sta producendo una nuova domanda di servizi professionali, a cui il mercato è chiamato a rispondere. Dall'altro lato, l'incorporazione dell'Ai nell'attività professionale genera interrogativi sulla componente 'intellettuale' del lavoro, che rischia sempre più di essere affiancata o sostituita da quella tecnologica, con implicazioni evidenti nell'attività del professionista e nella sua relazione con il cliente. Di questi temi si è discusso ieri a Bruxelles in occasione della 'Giornata delle professioni liberali 2019', organizzata dal Comitato economico e sociale europeo (Cese) e incentrata sulle opportunità offerte dall'intelligenza artificiale, sull'impatto delle nuove tecnologie sulla comunicazione, la trasparenza e la qualità dei servizi professionali, ma anche sulla capacità delle professioni di proteggere gli interessi e i diritti fondamentali dei cittadini. Dal confronto al Cese, dunque, è emersa la necessità di promuovere le potenzialità dei professionisti, che "rappresentano un concentrato di conoscenze preziosissimo" con cui supportare gli interventi normativi che si renderanno necessari e che implicano conoscenze sempre più specialistiche in ambito tecnico e tecnologico, giuridico e lavoristico. A ribadirlo la presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, portavoce della categoria delle Libere Professioni del Cese: "Nello scenario che si va delineando in tema di digitalizzazione e intelligenza artificiale, i liberi professionisti possono ricoprire un ruolo chiave, di leadership nella trasformazione in corso, proprio in virtù di quell'insieme di conoscenze e competenze ad altissima qualificazione che possiedono", ha spiegato. "Tali conoscenze -ha proseguito- sono le uniche in grado di controllare, arginare ed evitare gli effetti di uno sviluppo tecnologico indesiderato, favorendo così il più possibile la creazione di un clima di fiducia verso l'intelligenza artificiale". Diffondendo, dunque, le opportunità e i rischi della digitalizzazione con l'aiuto dei professionisti e promuovendo una regolamentazione efficace nei diversi ambiti di applicazione delle nuove tecnologie, i cittadini potranno sentirsi più tutelati, conclude la nota.