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Tutti contro i talk showVi spiego perchéadesso diamo fastidio

Saremo troppi e troppo politici. Ma il Palazzo ci teme e i siti web si «cibano» di noi

Matteo Legnani
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Non è elegante che un conduttore televisivo difenda i talk show e magari il suo in particolare. Quindi lo faccio. Prima accusa. Ci sono troppi talk show. Come a dire: ci sono troppi modelli di macchine, ci sono troppi marchi di pantaloni o di scarpe, ci sono troppi giornali. Ci sono troppi programmi d'informazione? Embé? Qual è il problema? Ci sono anche tante fiction e tanti telefilm, tante partite: ognuno sarà pur libero di guardarsi quel che vuole o no? A questa considerazione generale ne aggiungo un'altra. Sarà pur vero che si parla di politica dalla mattina alla sera, così com'è vero che gli ospiti sono quasi sempre gli stessi, eppure nonostante questo ininterrotto racconto, nel Palazzo continuano a fare quel che vogliono. Cioè niente di buono. Il tema dunque è un altro: incidiamo in qualche modo? Forse non abbastanza. L'amarezza della constatazione professionale si allarga a quella dell'elettorato che si sente inutile. La rabbia per i costi della politica, per il sovrannumero dei parlamentari, per la sterilità della classe politica e altro ancora sono urla di dolore gridate al vento. Nonostante le inchieste, i programmi tv, i libri di denuncia, non è cambiato alcunché. Ora leggiamo che la presidente della Camera si cambia la macchina blu passando all'ammiraglia. Ce n'era bisogno? Assolutamente no. «Problemi di sicurezza», è stata la risposta. Ma mi faccia il piacere, signora Boldrini! Il Papa si è tolto tutti i simboli del potere per vivere il più normalmente possibile e la Nostra Signora della Camera cammina a cinque centimetri da terra. Seconda accusa. I talk sono un pollaio. Ormai non c'è critico televisivo che non scriva questa roba.  Beh, meglio sembrare un pollaio che far la figura dei polli sbagliando le analisi politiche come hanno fatto Corriere e Repubblica glorificando Mario Monti e il suo fallimentare governo dei tecnici. E se noi facciamo il pollaio o il circo, le istituzioni che nominano una cinquantenne senatrice a vita cosa fanno? Pd e Pdl che applaudono Amato giudice costituzionale, cosa sono? Su coraggio, cosa sono? Sono un insulto alla voglia di cambiamento che c'è nel Paese. Io continuo a pensare che il Palazzo, anzi i Palazzi, debbano sentirsi il fiato sul collo. Sempre. Dobbiamo dare loro fastidio. Devono sentirsi «minacciati» (in senso metaforico: sotto controllo) dalle telecamere e dai giornalisti che chiedono conto delle loro votazioni. Io lo farò.  E non me ne frega niente delle accuse di Aldo Grasso e degli altri, visto che se inseguiamo i politici siamo scontati, se facciamo parlare gli imprenditori siamo populisti, se mostriamo l'Italia in ginocchio siamo demagogici, se attacchiamo Napolitano siamo irrispettosi e se mettiamo in croce l'Europa e l'euro siamo disfattiti. Insomma, dovremmo stare zitti. Col piffero! Più siamo meglio è. Facciamo la stessa cosa? Non lo so, ma se quella cosa fosse mettere a nudo le vergogne di un sistema è bene. Il potere prova fastidio. Alla prima puntata della Gabbia ho attaccato duramente il Capo dello Stato, ho denunciato la grave censura verso i miei giornalisti da parte al forum di Cernobbio «perché facciamo domande scomode», ho trattato in prima serata il tema dell'uscita dall'euro, e la risposta del giornale che più rappresenta questi poteri - il Corriere - s'è fatta sentire. A proposito. Un'altra accusa è: i talk politici sono in crisi d'ascolto. Senti chi parla! Il Corriere della Sera e Repubblica hanno perso vagonate di lettori e parlano della crisi d'ascolti dei talk! Il bue dà del cornuto all'asino. Siccome i giornali sono in crisi di lettori e di pubblicità si sono - sacrosanto - buttati sui siti internet. Ebbene proprio sulle homepage di questi giornali criticoni poi si vedono brandelli della tv spazzatura; allora domando (ed entro nel «mio» caso specifico), se il duello Travaglio-Santanchè è vecchia tv, è tv trash, è pollaio, perché poi tutti i siti del giornali lo mettono in homepage e ci mettono pure una bella clip pubblicitaria? La risposta è semplice, quella clip aumenta i contatti al sito. Più contatti, più inserzioni commerciali. Siano almeno coerenti. Credo di aver detto tutto. Quindi, sigla di chiusura e... ci vediamo mercoledì prossimo con la Gabbia su La7. Il peggiore talk della storia. Parola di Aldo Grasso, quello che da anni è costretto a scrivere sempre e solo di televisione e dintorni. In gabbia anche lui… di Gianluigi Paragone

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