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Facci: Devono pagare e basta

Il commento: la risposta di Mario Monti sull'Ici non pagata dalla chiesa? E' stata una risposta decisamente stronza

Andrea Tempestini
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Ora forse si può dire: la risposta di Mario Monti sull'Ici non pagata dalla Chiesa («È una questione che non ci siamo posti») è stata una risposta discretamente stronza. «Non se la sono posti»: beh, se la pongano e pure in fretta, visto che gli immobili della Chiesa non pagano niente senza una ragione, come hanno notato persino quelle retroguardie che ormai sono i partiti. Bisognerebbe fare come ha fatto Giuliano Pisapia col divieto di circolazione: lo si applica a tutti e basta, le esenzioni le si vede poi, caso per caso. Stessa cosa per l'Ici o Ires: paghino tutti (anche i partiti) dopodiché si distinguerà tra attività «particolarmente meritevoli» (legge Amato, 1992) o «effettivamente meritoria» (Cassazione, 2004) o «non esclusivamente commerciale» (legge Prodi, 2006) e ancora tra «circolari interpretative» (Tremonti, 2009) o commissioni tributarie (provinciali e regionali) o sentenze del Consulta o della Corte di Giustizia o della Commissione europea. Il tutto per capire quello che hanno capito tutti tranne Casini e Avvenire: che le attività della Chiesa (in alberghi, ristoranti, cinema, cliniche, scuole, impianti sportivi e interi palazzi con appartamenti in affitto) mischiano culto & commercio per non pagare, mentre la concorrenza le tasse deve pagarle tutte. Perché? È una questione che ci siamo posti. di Filippo Facci

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