Il monito della Cei: in Italia
a rischio il tessuto sociale
Il tessuto sociale italiano è a rischio e le disuguaglianza stanno aumentando, invece di diminuire: la Conferenza episcopale italiana ha lanciato l'allarme quest'oggi al termine della assemblea generale. Diversi i temi affrontati dai vescovi, tra i quali quello dell'immigrazione, perché “è insufficiente” affrontare il tema dedicandosi esclusivamente al punto di vista dell'ordine pubblico. Famiglia cristiana critica il premier - Parole che giungono quando anche Famiglia cristiana ha ripreso il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: per il settimanale dei paolini “i nodi problematici non si sciolgono con le battute”. È la risposta all'affermazione del premier sugli immigrati a Milano, una città che dava l'impressione di essere più africana che europea. “Paragonare Milano a una città africana è ingeneroso, se non ingiusto, soprattutto nei confronti di quei Paesi africani che, con il loro volto determinante, hanno permesso a Milano di vincere la sfida con la città turca di Smirne per l'Expo 2015”. Emblematico il titolo dell'editoriale nel quale sono contenute queste parole: “Non c'è futuro senza solidarietà tra i popoli”. "Sostenere le fasce più deboli" - Da vescovi, invece, molta attenzione è stata posta sul nodo sempre centrale della crisi economica: “Nessuno ignora il pesante impatto della sfavorevole congiuntura economica internazionale, di cui non si riesce a cogliere ancora esattamente la portata”, viene affermato nel comunicato della Cei, “né si intende minimizzare l'impegno profuso da chi detiene l'autorità. Resta però evidente che i costi del difficile momento presente ricadono in misura prevalente sulle fasce più deboli della popolazione”. Anche in questo senso, negli ultimi mesi, sono state intraprese delle diocesi e dalle Conferenze episcopali regionali “molteplici iniziative per fronteggiare la difficoltà del mondo del lavoro”, come il Fondo di garanzia della Cei per le famiglie in difficoltà. La colletta del 31 maggio scorso, per i vescovi, "è stata indice di una spiccata sensibilità che non deve spegnersi". "Sforzo per l'educazione" - Di fronte all'arrivo continuo di immigrati, la Cei ha voluto d'altra parte ricordare che l'elogio di una “società multietnica, multiculturale e multireligiosa” va necessariamente accompagnato da uno sforzo di educazione alla nuova situazione. Per l'episcopato, "due azioni convergenti sembrano irrinunciabili": impedire che "i figli di paesi poveri" siano costretti ad abbandonare la loro terra, "a costo di pericoli gravissimi, pur di trovare una speranza di vita" e "favorire l'effettiva integrazione di quanti giungono dall'estero, evitando il formarsi di gruppi chiusi e preparando 'patti di cittadinanza' che definiscano i rapporti e trasformino questa drammatica emergenza in un'opportunità per tutti".