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No all'età pensionabile più alta

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I sindacati contro Sacconi

Albina Perri
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L'età pensionabile va alzata. Anzi no. E' una piccola marcia indietro quella del ministro del Welfare Maurizio Sacconi sul tema pensioni. Dopo aver avanzato nel Libro verde l'ipotesi di elevare l'età minima dei 62 anni a partire dal 2013, è stato costretto a ridimensionare la portata della dichiarazioni e ad incassare il secco no dei sindacati. La Cgil non ha impiegato un secondo di troppo a ribadire che “naturalmente non siamo d'accordo”. A parlare è Morena Piccinnini, segretario nazionale del sindacato con delega al Welfare: “Quel Libro verde lo leggeremo con attenzione, ma ci auguriamo un confronto vero”. “Meno welfare pubblico, ognuno si arrangi” è l'accusa della Cgil: “L'assegno sociale non viene più legato alla povertà, ma al fatto di aver lavorato”. Più diplomatica la Uil di Angeletti: “Siamo nel 2008 e parlare di quello che accadrà tra cinque o sei anni è folklore. Leggeremo il Libro verde e spero che conterrà cose più valide, sarebbe meglio discutere di quello che succede oggi”. A questo punto è intervenuto lo stesso Sacconi che ha cercato di buttare acqua sul fuoco: “Sono rinviati temi, come l'età di pensione, che sono solo accennati e in forma dubitativa”, precisa il ministro. “Il Libro verde sul futuro del modello sociale in Italia è un prodotto disegnato per stimolare una pubblica e diffusa consultazione degli attori istituzionali e sociali come dei singoli cittadini. Lo scopo è quello di pervenire ad un Libro bianco condiviso almeno dall'80% degli italiani”. Una precisazione “più che mai opportuna per evitare le consuete polemiche strumentali”, fa sapere la Cisl.

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