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Silvio: riformo le tasse

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Il premier: previste due sole aliquote e una semplificazione complessiva. La dichiarazione di Berlusconi in un'intervista al quotidiano La Repubblica Di Pietro a sorpresa: "Voteremo a favore"

Albina Perri
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La riforma del fisco ci sarà. E la notizia nella notizia è che il premier, per annunciarlo, ha scelto il quotidiano Repubblica. E' il famoso tentativo di dialogo auspicato a destra e a manca nel post-statuetta? Di sicuro una mano tesa da entrambe le posizioni. Dopo le smentite dell'altro giorno, il premier è tornato sul tema tasse e ha spiegato meglio. Non le toglierà, ma pensa a due sole aliquote. Sarà dunque una riforma tributaria «come quella immaginata nel '94. Stiamo studiando -assicura- tutte le possibilità per realizzarla».  Da lunedì  sarò a Palazzo Chigi e riannoderò tutti i fili. Ho intenzione in primo luogo di incontrare il presidente della RepubblicaIl Governo, dunque, è al lavoro per la «riorganizzazione» del sistema fiscale. Partendo dal «vecchio» progetto del 1994 che prevedeva per l'Irpef due sole aliquote, al 23% e al 33%. «Con Tremonti -spiega Berlusconi- stiamo studiando una riforma tributaria. Un progetto che avevamo indicato già nel 1994. Noi vogliamo un sistema che dia ordine, che sia meno confuso. Che non obblighi i contribuenti a rivolgersi al commercialista per pagare le tasse. Serve una semplificazione complessiva». Il punto di partenza è il progetto del '94, con due aliquote irpef: una al 23% e una al 33%. «Con il ministro dell'Economia -spiega- stiamo studiando tutte le possibilità per arrivare alla fine a questo sistema. Sarebbe più razionale. Di certo, non abbiamo alcuna intenzione di aumentare le tasse. Ecco, questa è l'unica cosa impossibile». Il premier ha detto poi che da lunedì prossimo riprenderà la sua attività dopo il periodo di convalescenza per i postumi dell'aggressione. «Da lunedì -riferisce il presidente del Consiglio sempre a La Repubblica- sarò a Palazzo Chigi e riannoderò tutti i fili. Ho intenzione in primo luogo di incontrare il presidente della Repubblica. Parlerò con tutti i ministri e mi confronterò con i gruppi parlamentari e gli organismi dirigenti della maggioranza». Il premier assicura che con Gianfranco Fini «non c'è alcun problema» e che non è necessario un chiarimento. Piuttosto c'è bisogno di affrontare alcune «emergenze», tra le quali Berlusconi inserisce la riforma tributaria, della giustizia e delle istituzioni. C'è la possibilità, sui temi della giustizia e del riassetto istituzionale, di coltivare il dialogo con l'opposizione e in particolare con il segretario del Pd? «Il problema non è il dialogo, il problema non è questo». Dichiarazione a sorpresa di Di Pietro: il leader dell'Idv promuove la riforma del fisco annunciata oggi dal premier ma chiede che il governo la porti immediatamente in Parlamento al posto delle leggi "ad personam". «L'Italia dei Valori non è il partito che sa dire solo no. Se una cosa è giusta, come ridurre le tasse e farle pagare a tutti, Berlusconi compreso, allora siamo d'accordo. Noi rilanciamo e chiediamo a Berlusconi di portare questa riforma -ha spiegato il leader dell'Idv- in Parlamento la settimana prossima al posto delle leggi ad personam. Se vuole la ridistribuzione e l'equità fiscale noi votiamo a favore ma lui pensa solo all'equità personale».  Di Pietro: Berlusconi porti la riforma in Parlamento e noi voteremo a favore  Proprio Berlusconi questa mattina aveva osservato che queste «sono le riforme che interessano il Paese. Noi stiamo uscendo da una crisi economica che ci è venuta addosso. Una crisi davvero straordinaria che non ha colpito solo noi. Un crollo da cui ci stiamo risollevando, anche prima degli altri. E dobbiamo fare in modo che tutti escano da questa situazione. Il 2010 è l'anno in cui possiamo uscire definitivamente dalla crisi». Il ministro Tremonti, però, in questi mesi ha sempre frenato su questo punto. Ha sottolineato lo stato di salute dei nostri conti e in particolare i rischi connessi all'aumento del debito pubblico. «E infatti dobbiamo procedere con attenzione. Sappiamo che ripartiamo ogni anno con 8 miliardi di interessi passivi. Una cifra impressionante. Noi, però, sappiamo che a questo punto non torneremo indietro. Ma forse -aveva concluso il premier- le ho detto pure troppo». Tremonti ci sta- Il vero dilemma è se il ministro del Tesoro, conti alla mano, sia disponibile a tornare al vecchio progetto. Un segnale importante viene dalla pubblicazione, oggi sul sito del ministero, del "Libro Bianco" della riforma fiscale, idea tremontiana della prima ora.  Un segnale interessante della disponibilità del ministro Tremonti al progetto del premier. Che intanto assicura: "A breve incontrerò Tremonti per un lungo dialogo: studieremo insieme tutte le soluzoni: quest'anno usciamo definitivamente dalla crisi".  

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