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Roma, sgominata baby gang grazie a Facebook

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Gli inquirenti li hanno identificati grazie al social network

Monica Rizzello
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Utilizzavano Facebook per comunicare, ma sono stati scoperti dagli agenti del commissariato Prenestino di Roma. Non si tratta infatti di adolescenti comuni, ma dei componenti di una baby-gang. Proprio il social network ha permesso agli inquirenti di identificare gli autori di almeno quattro rapine ai danni di alcune sale giochi della catena Blue King, avvenute a Roma nel mese di dicembre: tre colpi messi a segno in una sola settimana nel locale di Via dei Castani, a Centocelle, e una tentata, qualche giorno dopo, a Monteverde. Il capo della banda di rapinatori, e autore materiale delle rapine, è un 20enne figlio di un noto pregiudicato. Ad aiutarlo, in almeno uno dei colpi, due quindicenni, uno studente di origini russe, e un rapper autore di un disco. In base a quanto accertato dagli investigatori, i tre trascorrevano le loro serate giocando con le slot-machine della sala giochi di Centocelle. Il 10 dicembre scorso, dopo aver perso un'ingente somma di denaro alle macchine, hanno deciso di mettere a segno la rapina e, dopo aver minacciato la cassiera con un cacciavite per farsi consegnare l'intero incasso e aver bloccato un addetto delle pulizie che si trovava nel locale, i tre sono fuggiti con circa 6 mila euro. Dopo pochi giorni, il 13 e il 17 dicembre, altre due rapine sempre nello stesso locale, con un bottino di circa cinque mila euro. Il quarto, invece, al Blue King a Monteverde, è fallito grazie alla prontezza della cassiera che ha allertato il 113.   La baby gang non ha valutato però che il primo colpo, ripreso dalle telecamere a circuito chiuso del locale, ha permesso, grazie all'individuazione di uno dei minorenni da uno dei fotogrammi, di avviare la '”caccia” che ha reso possibile, attraverso Facebook, di risalire all'intera banda. Gli inquirenti, visionando le immagini a circuito chiuso, sono infatti riusciti a identificare uno dei due minori e quando hanno fatto irruzione nel suo appartamento lo hanno trovato collegato ad Internet, intento a scrivere su Facebook con l'altro amico coinvolto nelle rapine. È stato invece più complesso rintracciare il capo della gang, che si era prima rifugiato in casa di un amico alla Garbatella, dove tra l'altro gli inquirenti hanno scoperto una vera serra con marijuana, e poi sotto falsa identità, in una pensione gestita da cinesi, poco lontana da Porta Maggiore. Sono stati così smascherati dopo 39 giorni di indagini i componenti della banda, due 15enni, R.M e B.A. e un pregiudicato di 20 anni, Alessandro Cesaretti, arrestatati dagli agenti della Questura di Roma con l'accusa di rapina aggravata. Quest'ultimo è stato inoltre accusato delle rapine messe a frutto nella stessa sala giochi il 17 e il 19 dicembre, e della tentata rapina ai danni di un Blue King» in zona Monteverde avvenuta il 19 dicembre.   «Ora stiamo cercando altre due persone - spiega Mauro Fabozzi, dirigente del commissariato - che hanno preso parte ai colpi, ma ipotizziamo che il capo possa aver messo a segno altre rapine in città nei mesi scorsi». Dalle indagini è inoltre emerso che Cesaretti, assieme ad un 33enne, gestiva un giro di spaccio alla Garbatella. In particolare, i poliziotti hanno scoperto una coltivazione illecita di marijuana in un appartamento di proprietà di Giorgio Silli, scoperto in seguito alle ricerche condotte dai poliziotti per l'individuazione di Cesaretti. Durante la perquisizione, gli agenti si sono ritrovati davanti una vera e propria «serra» per la coltivazione della marjuana, circa 40 piantine, custodite in una delle camere dell'appartamento, dotata di lampade al neon e impianto di areazione. All'interno dell'abitazione è stati recuperato inoltre un bilancino di precisione. I due sono stati accusati di spaccio di sostanze stupefacenti.

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