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La denuncia dell'Unicef: spariti almeno in 15 ragazzini dagli ospedali di Haiti. A Bertolaso il coordinamento degli aiuti italiani

Albina Perri
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Ad Haiti spariscono i bambini. La denuncia è dell'Unicef: i mercanti di piccole vite sono più forti di prima, e ne stanno aprofittando.  Quindici bambini sono scomparsi dagli ospedali di Port-au-Prince dove erano stati ricoverati e il timore è che siano stati rapiti perché le persone che sono state viste con loro, quando sono usciti, non erano sicuramente loro familiari. Una denuncia precisa, che collega l'accaduto a quella che viene definita «rete di tratta dei bambini» legata al «mercato delle adozioni». Quindici bimbi spariti e che, soprattutto, dice uno degli esperti dell'agenzia delle Nazioni unite che si occupa dei minori, non sono sicuramente con le loro famiglie. Una cosa che accresce il timore che possano essere stati vittime di un rapimento finalizzato ad alimentare il sempre florido mercato delle adozioni illegali. Una notizia che non è giunta inattesa, perchè, dice Jean Luc Legrand, dell'Unicef, le organizzazioni legate alla tratta dei bambini erano presenti ad Haiti già prima del sisma. Jean Luc Legrand, dell'Unicef: le organizzazioni legate alla tratta dei bambini erano presenti ad Haiti già prima del sisma Ora, con il caos che regna, con le centinaia di bambini che girano per le strade in cerca dei familiari, con la difficile situazione dell'ordine pubblico su cui cercano di vegliare i poliziotti arrivati dall'estero, le organizzazioni di trafficanti di essere umani si muovono in un ambiente ideale per mettere a segno i loro colpi. Come accadde per lo tsunami che, nel dicembre del 2004, si abbattè su molte aree dell'Asia. Nel giro di poche ore queste organizzazioni si misero all'opera e mai, forse, si riuscirà a capire quanti bimbi siano passati per le loro mani, dopo che terremoto e tsunami avevano cancellato interi villaggi e, con essi, la storia di molti popoli. La situazione - nella confusione di una città che vuole, disperatamente, riavvicinarsi a una parvenza di normalità - non aiuta a definire esattamente i contorni di questa vicenda. Se su alcuni di quelli che sono spariti dall'ospedale e non sono con i familiari ci può essere una ragionevole certezza che possano essere stati preda dei trafficanti, per i moltissimi che mancano all'appello occorrerà aspettare settimane o forse mesi.  Quelli che serviranno per capire chi tra loro abbia cercato, aggregandosi magari a famiglie a loro completamente sconosciute, di attraversare la frontiera della Repubblica Dominicana per cercare la salvezza e chi, invece, sia stato «salvato» e magari caricato su una nave o un aereo per prestargli, lontano da Port-au-Prince, le cure necessarie senza che di questo ci sia traccia in alcun documento o statistica. E ci sarebbero anche testimonianze di attraversamenti della frontiera tra Haiti e Repubblica Dominicana di minori con persone che certamente non erano loro parenti. I numeri di questo fenomeno potrebbero essere spaventosamente alti, perchè la sola Unicef accoglie, quotidianamente, duemila bambini che hanno perso ogni contatto con le famiglie. L'Unicef ha chiesto di rispettare la convenzione dell'Aia sui minori a tutti i Paesi che dovessero accogliere bambini che provengono da Haiti e che non figuravano tra quelli che, già da tempo, erano oggetto di una pratica per l'adozione. È stata firmata, intanto, l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri che conferisce a Guido Bertolaso l'incarico di coordinare gli aiuti italiani alle popolazioni di Haiti colpite dal terremoto. In base dall'ordinanza, che fa seguito allo stato di emergenza per Haiti deliberato il 13 gennaio scorso dal Consiglio dei ministri, Bertolaso (giunto oggi ad Haiti) avrà il compito di «coordinare le attività di amministrazioni ed enti statali a sostegno della popolazione colpita dal terremoto. Si avvale del Dipartimento della Protezione Civile, anche in raccordo con organismi internazionali, ed effettua gli interventi di carattere umano necessari al soccorso della popolazione, avvalendosi delle risorse umane e materiali necessarie». Il 13 gennaio, all'indomani della devastante scossa di terremoto che ha colpito l'isola caraibica, l'esecutivo ha deliberato la dichiarazione di stato d'emergenza «per predisporre e partecipare con tempestività agli interventi di aiuto alle popolazioni della Repubblica di Haiti colpita dal gravissimo sisma».  Il Dipartimento della Protezione Civile è quindi autorizzato «a stipulare contratti, anche a trattativa privata o con affidamenti diretti, per acquisire velocemente forniture di beni e servizi e a stipulare polizze assicurative per il personale inviato in missione all'estero».

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