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Di corsa a votare

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Appunto di Filippo Facci

Eleonora Crisafulli
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La verità è che queste elezioni regionali sono una iattura, fanno solo perdere un sacco di tempo e contribuiscono mortalmente al mantenimento di quel perpetuo clima elettorale che ha trasformato questo Paese in un'arena. Anche perché, dopo le europee del giugno scorso e queste regionali, presto o tardi seguiranno altri imperdibili giri di boa (qualche test amministrativo nelle grandi città) e tutto tornerà a congelarsi esattamente com'è ora, col governo fermo chissà perché, i giornalisti ipersensibili a ogni sciocchezza, il Paese virtuale avviluppato in una tensione artificiosa che il Paese reale non percepisce per niente. Occorrerebbe conglobare tutte le elezioni in uno stesso periodo e chiuderla lì, mica pretendere di contaminarci ogni venti minuti coi germi di chi è malato di politica e la vive come un torneo. Ogni ragionamento sui tassi di astensionismo deve partire da questo: dall'impossibilità, anche fisica e psicologica, di ritenere credibile chi di punto in bianco riparla di comunismo e di fascismo quando il problema è governare la Campania o la Lombardia. Ieri un neo sottosegretario - non lo nominiamo - ha detto che «Bin Laden e i terroristi sarebbero contenti se alle regionali vincesse la sinistra». Ha ragione, Bin Laden non pensa ad altro. Anche Obama, dicono, non riesce a prendere sonno. Finalmente un tema concreto.  Di corsa a votare.

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