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Federalismo fiscale, arriva il primo sì

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Il provvedimento sul demanio passa in Commissione grazie all'asse Lega-Idv

Roberto Amaglio
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Antonio Di Pietro e Roberto Calderoli, questa volta, sono d'accordo. Il federalismo demaniale ci vuole e, soprattutto, può essere condivisibile il decreto allestito dal Governo. Oggi, infatti, in una conferenza stampa congiunta svoltasi a Milano, il leader dell'Italia dei Valori e il ministro leghista per la semplificazione hanno annunciato l'importante punto d'incontro su uno dei primi provvedimenti che dovrebbero portare tra qualche anno al federalismo fiscale. Per quanto riguarda il contenuto del decreto, questo fissa i principi generali e le procedure per regolare il trasferimento di parti del patrimonio immobiliare dello Stato a favore degli enti territoriali. In tal senso alle regioni verranno trasferiti spiagge, fiumi, laghi e una bella fetta di caserme non più utilizzate dai militari. Un decreto che, tra l'altro, sembra etichetti in modo inequivocabile quali saranno le proprietà che rimarranno di competenza statale e quali, invece, verranno trasferiti agli enti più vicini ai cittadini, senza alcuna sovrapposizione o fraintendimento. Reazioni - "Solo se lo si applica male – ha affermato Roberto Calderoli - nascono duplicazioni in seno al federalismo. E noi, in questo momento, stiamo proprio tagliando quelle che sono state fatte in passato. Quindi parlare di costi occulti è un non-sense". Soddisfatto anche Antonio Di Pietro, il quale spiega così l'appoggio esplicito dato dall'IdV al provvedimento. "Ci dispiace - ha spiegato l'ex pm - che alcuni dopo aver contribuito a costruire un buon strumento non hanno il coraggio di assumersene la responsabilità". Dopo lo sfogo di lunedì, anche il senatur del Carroccio torna a sorridere. "Iniziamo a portare a casa quel che si può", ha commentato speranzoso il ministro delle Riforme, il quale si è recato a Roma proprio per essere presente alla votazione della Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale. Votazione - Ora la palla passa tra le mani del Consiglio dei ministri, in riunione giovedì pomeriggio per analizzare il provvedimento sul demanio. Il Pd si astiene - Il Pd ha scelto di astenersi sul federalismo demaniale. Franceschini spiega il perché. "Abbiamo scelto un atteggiamento responsabile su uno dei pochi temi su cui fin dall'inizio c'è stato spazio per un confronto parlamentare. Il federalismo e l'assetto dello Stato è un tema che riguarderà  le prossime generazioni - sottolinea Franceschini - per questo dall'inizio abbiamo scelto di tenere un atteggiamento aperto e di responsabilità, il voto di astensione deriva dal fatto che c'è stato un profondo cambiamento rispetto al testo iniziale ma non sufficiente a motivare il nostro voto favorevole. Comunque è la prova che sui prossimi decreti continueremo con il dialogo, perchè sulle regole del futuro è giusto così". Tremonti: nessun impatto sulla spesa pubblica - Il ministro dell'Economia assicura: il federalismo demaniale è economicamente neutro. Ovvero, non impatta sul bilancio dello stato. "Il trasferimento dei cespiti patrimoniali immobiliari dello Stato agli enti territoriali, vale a dire tra soggetti pubblici, assume un valore economico neutro o irrilevante mentre produce effetti positivi sul versante della valorizzazione dei relativi beni" ha sottolineato il ministro dell'Economia.  

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