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Il dopo Lippi è di Cesare Prandelli

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Il corteggiamento della FIGC è giunto a buon fine. L'ufficializzazione solo l'8 giugno

Roberto Amaglio
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"A me ha detto che ci va, in Nazionale". Magari non è attendibile come l'ufficio stampa della Federcalcio o della Fiorentina, ma l'indiscrezione che un tifoso italiano emigrato a Montreal si è lasciato scappare dopo aver salutato Cesare Prandelli all'aeroporto canadese (dove la Fiorentina è impegnata in una tournee estiva) sembra essere l'ennesimo indizio: il sostituto di Marcello Lippi sulla panchina azzurra sarà il tecnico bresciano cresciuto nelle giovanili dell'Atalanta. Del resto, nonostante il silenzio del tecnico, il contatto con la Figc c'è stato, come del resto ammesso dalla società viola guidata dalla famiglia Della Valle la quale, pur non avendo osteggiato la trattativa, ha chiesto che si faccia presto per permettere alla Fiorentina di muoversi per tempo sul mercato alla caccia del sostituto. Un corteggiamento che durava da settimane, forse da mesi, e il cui esito ha tenuto in scacco l'intero mercato degli allenatori in Italia. Non a caso la prima ad aver cercato Cesare Prandelli era stata la Juventus, la quale però non ha ricevuto segnali confortanti. Poi, con la Federcalcio palesemente sulle tracce dell'allenatore della Fiorentina, la situazione si è sbloccata, con Delneri a Torino, Mimmo Di Carlo vicino alla Sampdoria e Gasperini verso Firenze. Nonostante si dia tutto ormai per scontato, per l'annuncio da parte di Abete c'è tempo. Infatti la notizia dovrebbe essere ufficializzata solo l'8 giugno, anche se appare difficile che nei prossimi giorni Cesare Prandelli possa ripararsi dietro quel muro rappresentato dal silenzio stampa: i tifosi e i media, infatti, quel muro promettono di abbatterlo a suon di domande. Prandelli - Nato ad Orzinuovi (BS) il 19 agosto 1957, calca i primi campi di calcio con la maglia della Cremonese, dove milita nei campionati di C1 e B. Poi il passaggio nell'Atalanta e l'arrivo alla Juventus, dove disputò sei campionati tra il '79 e l'85 vincendo tre scudetti. Appese le scarpe al chiodo, il via alla sua carriera da allenatore, con le prime esperienze nella Primavera dell'Atalanta, trascinata alla vittoria del campionato e del Torneo di Viareggio. Poi Lecce, Verona, Venezia e Parma dove, nonostante la difficile situazione del crack Parmalat, porta la squadra in zona Europa, valorizzando giocatori come Adriano, Mutu e Gilardino. Poi la breve parentesi alla Roma, da cui l'allenatore se ne va per stare vicino alla moglie malata. Il resto è storia recente. Lo sbarco alla Fiorentina e i cinque campionati sulla panchina toscana.

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