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Ancora fermi ai box gli operai Fiat di Mirafiori

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Nuova cassa integrazione per 5000 lavoratori tra giugno e luglio. La crisi rallenta il potenziamento dell'impianto

Roberto Amaglio
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Non è bastato il piano aziendale promosso per il quinquiennio 2010-2014. Sull'agenda dei dirigenti della Fiat le parole cassa integrazione rimangono sempre presenti. Quando è ormai agli sgoccioli il provvedimento che ha riguardato 5000 lavoratori tra il mese di aprile e maggio (con il blocco di tutte le produzioni dal 26 aprile al 20 maggio), lo stabilimento torinese di Mirafiori, infatti, tornerà a spegnere i propri macchinari a cavallo tra giugno e luglio. Secondo le prime stime sindacali, il provvedimento riguarderà 5 mila operai e 450 impiegati. La cassa integrazione sarà estesa dal 21 giugno per i lavoratori di Musa, Punto e Idea, 2.800 operai e 300 impiegati e dal 16 giugno per gli addetti della Multipla complessivamente oltre 600 lavoratori. Inoltre lunedì prossimo si fermeranno tutti i tre i turni delle meccaniche a seguito di una alluvione che si è verificata in Polonia. Per il momento solo indiscrezioni sulle dimensioni del provvedimento, tuttavia c'è già apprensione tra i rappresentanti dei colletti bianchi. Per il momento, infatti, quell'inversione di tendenza espressa nel piano industriale e che avrebbe portato un potenziamento dello stabilimento piemontese per un incremento di produzione auto stimato in più di 200 mila vetture l'anno non c'è stato; anzi, non se ne vede nemmeno l'ombra.

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