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Appalti eolico, Verdini: "Contro di me solo fango"

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Bocchino chiede le dimissioni di Sica: l'assessore campano "lavorava a costruire dossier contro Caldoro per conto di Cosentino e Carboni"

Fabio Corti
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Tra gli esponenti della cosiddetta "nuova P2", nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti dell'eolico, spunta il nome di Ernesto Sica. E per l'assessore della Giunta campana il vice capogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino, chiede "dimissioni immediate". "La lettura delle 60 pagine di ordinanza su Carboni e suoi sodali - afferma Bocchino, rivolgendosi al presidente Berlusconi - è inquietante, al di là di eventuali aspetti penali di competenza della magistratura. Il Pdl deve riflettere sullo spaccato che emerge e sarebbero opportune le immediate dimissioni dell'assessore regionale campano Ernesto Sica, che - mentre noi eravamo impegnati a far vincere il Pdl nella più grande regione del Sud - lavorava a costruire dossier contro l'adamantino Caldoro per conto di Cosentino e Carboni. Berlusconi, che l'ha voluto assessore per motivi di amicizia personale, deve chiedergli immediate dimissioni, così come è opportuno un passo indietro da parte di Cosentino, anche lui attivo nell'operazione di distruzione dell'immagine dell'attuale governatore". Tra i personaggi coinvolti, il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini si difende:  "Mi sono state portate una o due volte a casa mia, e non otto come scrive un altro quotidiano, tutte insieme le tre persone arrestate ai sensi della legge Anselmi, e in quelle occasioni non si è mai parlato né del lodo Alfano, né di pressioni sul Csm o sulla Cassazione, né di candidature alla presidenza della Campania, né di qualsiasi fatto che abbia rilevanza penale, a cominciare proprio da questa fantomatica organizzazione segreta". Verdini assicura: "Sono pronto a chiarire tutto davanti ai magistrati, quando riterranno opportuno convocarmi, nella speranza, probabilmente vana, che questo stillicidio di notizie in aperta violazione del segreto istruttorio cessi, che la verità venga finalmente acclarata, e che s'interrompa questo incredibile fiume di fango e di menzogne che viene quotidianamente riversato sulla mia onorabilità di uomo e di politico. Mi trovo mio malgrado trascinato in mezzo a uno tsunami mediatico-giudiziario di violenza inaudita, senza nessuna possibilità di potermi difendere compiutamente da una serie di ricostruzioni che definire fantasiose costituisce un eufemismo". Le accuse - La banda dell'eolico tentò di influire sui giudici della Corte Costituzionale per il giudizio sul Lodo Alfano. E' questa l'accusa pesantissima rivolta dalla Procura di Roma ai tre arrestati - tra cui compare l'affarista Flavio Carboni -  nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti nell'eolico. Non solo. I tre arrestati Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino, negli ultimi mesi del 2009 hanno cercato di "aiutare" Nicola Cosentino, sottosegretario Pdl e candidato alla Regione Campania, dopo l'invio del provvedimento di custodia cautelare facendo pressioni sulla Corte di Cassazione. I reati contestati ai tre sono quelli di associazione per delinquere e violazione degli articoli 1 e 2 della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli ipotizzano che i tre siano i componenti di una superloggia segreta, punto di riferimento per pilotare politici e imprenditori. Lodo Alfano - Secondo l'ordinanza del Gip, "Tra settembre e ottobre 2009 i tre arrestati oggi dalla Procura di Roma, tentarono di avvicinare giudici della Corte Costituzionale allo scopo di influire sull'esito del giudizio sul cosiddetto lodo Alfano, la legge che prevedeva la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato", si legge nell'ordinanza del gip Giovanni De Donato. Il 23 settembre del 2009, a pochi giorni dal giudizio della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, si riunirono nell'abitazione romana del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, Flavio Carboni, il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri e il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi. La riunione aveva lo scopo di provare a cambiare l'indirizzo della Corte sul lodo Alfano. Caso Cosentino - Per quanto riguarda Cosentino, invece, "Dopo l'arrivo di un provvedimento di custodia cautelare nei confronti del sottosegretario, i tre hanno cercato di favorire l'accoglimento del ricorso proposto contro questa misura grazie al rapporto tra Lombardi e il presidente della Corte di Cassazione in modo da recuperare la candidatura di Cosentino. Secondo quanto afferma il Gip nel provvedimento, "dopo il rigetto del ricorso e dopo che il Pdl ha individuato in Stefano Caldoro come candidato alla Regione Campania, il sodalizio ha dato vita una intensa attività diretta a screditare il nuovo candidato in modo da escluderlo dalla competizione elettorale, tentando di diffondere all'interno del partito, e tramite internet, notizie diffamatorie sul suo conto". Chi sono i protagonisti della nuova P2 -  Falvio Carboni, 78 anni, è stato incarcerato nel penitenziario di Regina Coeli questa mattina. Il suo difensore, Renato Borzone, ha già annunciato che farà ricorso al Tribunale del riesame. Non è la prima volta che il nome di Carboni finisce sulle pagine dei giornali: l'imprenditore sassarese era stato al centro di inchieste anche sulla morte del banchiere Roberto Calvi e sul crack del Banco Ambrosiano.  Tra gli altri arrestati compare il geometra Pasquale Lombardi, magistrato tributario, già esponente locale della Dc campana, ex sindaco del suo paese in provincia di Avellino, assistito dall'avvocato Corrado Oliviero e l'imprenditore campano Arcangelo Martino.

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