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Il Cav affonda il colpo. "Se Fini fa il suo partito tradisce gli elettori"

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Nuovo incontro a Palazzo Grazioli. Il premier ribadisce che i cinque punti presentati ieri non sono negoziabili. E intanto vara le "Squadre della libertà" per la mobilitazione

Roberto Amaglio
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Per due giorni è rimasto chiuso a Palazzo Grazioli, radunando i suoi uomini e stilando un programma dettagliato su cui la maggioranza si giocherà nei prossimi mesi faccia, consensi e stabilità. Se si esclude la conferenza stampa di venerdì sera sul documento programmatico (accuratamente scritto nero su bianco), il Cavaliere è stato ben lontano da telecamere, giornalisti e dichiarazioni. Tuttavia, al termine del meeting odierno in cui si è discusso della formazione delle “Squadre della libertà” (ossia quelle strutture che si occuperanno del radicamento del Pdl sul territorio e, in caso di elezioni anticipate, di mobilitarsi per coprire i 61mila seggi elettorali), le prime indiscrezioni su questi concitati giorni di faccia a faccia hanno iniziato a emergere. Vero, solo indiscrezioni che probabilmente nelle prossime ore verranno smentite, ma che ben illustrano lo stato d'animo del Cavaliere. Affondo a Fini – A quanto si apprende, il primo pensiero di Berlusconi è per l'ex alleato del Popolo delle Libertà, quel Gianfranco Fini che, a suo parere, starebbe tradendo il patto con gli elettori. “Sarebbe difficile evitare una rottura definitiva se Gianfranco Fini dovesse lanciare il 5 settembre a Mirabello un nuovo partito. Questo significherebbe che tradisce gli elettori che lo hanno votato. Per questo voglio vedere cosa farà e che succederà a Mirabello, anche perché non capisco cosa vuol fare: se è vero che vuol mandare tutto all'aria, poteva farlo a fine luglio, ma non lo ha fatto". E sui cinque punti, il Premier fa quadrato. “I finiani dicono che sui cinque punti sono d'accordo al 95%? Non si tratta: va preso al 100 per cento, anche sulla giustizia". Fini mal consigliato – Ritorna di moda anche la formula della campagna di convincimento dei finiani moderati. "Dobbiamo provare a parlare e a convincere quelli dialoganti. Purtroppo per lui, Fini ha cattivi consiglieri. Gente come Granata, Bocchino e Briguglio, i quali si ostinano ad alimentare lo scontro". E a proposito di scontro, il Cavaliere avrebbe anche chiesto di abbassare i toni ai suoi. Su tutti, il primo pensiero è andato alla figura di Giorgio Napolitano, recentemente tirato in ballo troppo sovente. Squadre e ipotesi elezioni – Come detto, il summit odierno è servito per varare la campagna di mobilitazione che, in un prossimo futuro, cercherà di rafforzare il rapporto del partito con la base elettorale. A tal proposito sono nate le “Squadre per la libertà”, strutture che diventerebbero fondamentali in caso di ritorno alle urne. E a proposito di voto anticipato, Berlusconi va controcorrente. “Fosse per me sarebbe meglio non andare a votare. Completare la legislatura tenendo fede al mandato elettorale ricevuto e dare stabilità al Paese”. Tuttavia, se voto deve essere, il Premier non si tira indietro, nemmeno per quanto riguarda la paventata crescita di appeal della Lega Nord, unico alleato rimasto. “Se si dovesse tornare alle elezioni la Lega crescerebbe sicuramente, ma siccome il rapporto con il Carroccio è di leale collaborazione, questo non rappresenterebbe un problema. Inoltre il Carroccio non drenerebbe molti voti al Pdl, il quale otterrebbe comunque il 36-38% dei consensi elettorali”. Appello a Casini – Ma se la Lega è un alleato, allargare lo spettro delle intese potrebbe essere davvero utile al Premier, il quale guarda al suo ex alleato Pier Ferdinando Casini e alla sua Udc. “Casini dovrebbe venire con noi, sarei contento se entrasse nella nostra squadra, anche perché lui stesso avrebbe dei vantaggi visto che come dimostrano le Regionali, con noi l'Udc prende più voti mentre con la sinistra li perde”. Replica di Bocchino - "La logica del prendere o lasciare espressa oggi da Silvio Berlusconi riguardo ai cinque punti del programma per il rilancio dell'azione di governo non è una logica politica, bensì squisitamente commerciale e come tale noi non la accettiamo". Con questa affermazionei il capogruppo di Fli, Italo Bocchino, replica all'irrigidimento delle posizioni del premier riguardo alla posizione espressa dai finiani. "Noi - spiega Bocchino all'Agi - chiediamo di discutere nel merito ed è quello che intendiamo fare".

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