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Italiano morto in carcere francese: l'autopsia rinviata a domani

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I familiari sono venuti a conoscenza del rinvio solo dopo essere giunti in camera mortuaria

Tatiana Necchi
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È stata rinviata a domani l'autopsia sul corpo di Daniele Franceschi, il carpentiere 36enne di origine viareggina morto in carcere in Francia a Grasse il 25 agosto scorso, dopo cinque mesi di detenzione in attesa di giudizio per aver usato una carta di credito falsa in un casinò. L'esame autoptico era previsto in realtà per questa mattina. I familiari sono venuti a conoscenza del rinvio solo dopo essere giunti in camera mortuaria. A dare la notizia sono le fonti diplomatiche italiane presenti a Nizza. Questo è solo l'ultimo tassello di una vicenda su cui i parenti, a cominciare dalla madre e dalla zia, volata in Francia, vogliono vedere chiaro. Franceschi era detenuto in attesa di giudizio da aprile. A quel punto, secondo lo zio di Daniele, Marco Antignano, è iniziata una serie di soprusi che continua anche dopo la morte del nipote: «ci hanno fatto sapere del decesso con tre giorni di ritardo, a mia sorella non fanno vedere la salma, e all'autopsia, che le autorità hanno anticipato a domani, non potrà esserci un medico di nostra fiducia, né italiano né francese». Per questo la famiglia ha detto di voler far eseguire una seconda autopsia quando la salma sarà trasferita in Italia. La madre, Cira Antignano, ha presentato un esposto informale alla Farnesina. Come riferiscono i giornali locali, la donna, più volte avrebeb ricevuto delle lettere dal filgio in cui raccontava di maltrattamenti, soprusi e vessazioni. Inoltre, secondo quanto rendono noto i famigliari, Franceschi era uno sportivo e non aveva mai accusato problemi fisici né tanto meno difficoltà cardiache. Il decesso del 36enne per infarto era stato registrato alle 19.15 del 25 agosto nella cella della prigione di Grasse. Le autorità consolari italiane sono state avvertite la mattina del 26 alle ore 11, e un fax è stato inviato alle 12.50 ai carabinieri di Viareggio. I carabinieri hanno allora convocato il fratello della vittima per metterlo al corrente dei fatti.

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