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Garimberti contro Minzolini: "Ha superato i limiti"

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Il presidente della Rai sull'editoriale del direttore del Tg1: "Giudizi inopportuni in quanto invasivi delle competenze e responsabilità di soggetti istituzionali"

Eleonora Crisafulli
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Scoppia l'ennesima polemica su Augusto Minzolini e i suoi editoriali. A scaldare gli animi questa volta è il commento del direttore del Tg1 sulla crisi di governo e la proposta di elezioni anticipate. "Minzolini ha superato i limititi", protesta il presidente della Rai Paolo Garimberti in una lettera al direttore generale Mauro Masi. Da quanto si apprende in ambienti Rai, Garimberti avrebbe scritto che "l'informazione del servizio pubblico non può valicare certi limiti. Ieri purtroppo sono stati valicati: ci sono stati nell'intervento del direttore Minzolini giudizi inopportuni in quanto invasivi delle competenze e responsabilità di soggetti politici e istituzionali, giudizi che impegnano il servizio pubblico e che non competono all'informazione della Rai". Il presidente torna poi sull'importanza del "pluralismo" e proprio su questo punto si concentrerà la risposta di Masi. Garimberti in conclusione annuncerebbe anche l'intenzione di portare il tema dell'informazione Rai in discussione nel prossimo Cda. L'intervento di Zavoli - Sull'editoriale è intervenuto anche il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli. "L'editoriale di Minzolini? È fuori e lontano dal ruolo assegnato al Tg1 nell'ambito del Servizio pubblico e dei suoi doveri addentrarsi con la perentorietà di un editoriale in questioni di così delicata rilevanza politica e costituzionale, che richiederebbero un rigore speciale, cioè pluralismo, quindi completezza, e misura, quindi responsabilità". In difesa del giornalista si è espresso invece il direttore di RaiUno, Mauro Mazza: "Minzolini ha facoltà di trasmettere editoriali come quello di ieri sera. E' una scelta editoriale che lui fa: è una sua scelta che ha facoltà di fare poiché è il suo Tg1”.  La risposta di Masi - Immediata la risposta di Masi, che si è riservato di analizzare attentamente la missiva di Garimberti e agire "secondo la governance aziendale". Poi ha aggiunto: "Consentimi sin d'ora due considerazioni. La prima è che condivido pienamente che tutti gli operatori dell'informazione del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, ma più in generale tutti quelli che vi lavorano, debbano astenersi dall`esporre l'Azienda a interventi anche di tipo sanzionatorio da parte degli organi di controllo. E ciò naturalmente deve estendersi a tutte le trasmissioni in palinsesto. La seconda è che, come ho avuto modo di affermare anche pubblicamente in Commissione Parlamentare di Vigilanza, non condivido la Tua preoccupazione di una mancanza di pluralismo da parte Tg1. Né ho rinvenuto sinora elementi tecnico/fattuali che la dimostrino. Vero è - precisa Masi - che alcune iniziative del direttore Minzolini (peraltro quasi sempre criticate apoditticamente da alcuni ambienti; sempre gli stessi) possano prestare il fianco a qualche 'misinterpretazione' credo anche al di là della sua effettiva volontà". L'editoriale - Ieri Minzolini ha parlato ai telespettatori del Tg delle 20 dopo un'intervista al ministro della Difesa Ignazio La Russa, presente in studio, e un botta e risposta a distanza tra lo stesso ministro e il presidente della Camera Gianfranco Fini, ospite da Mentana. Quindi, l'editoriale: "C'è bisogno di chiarezza", esordisce Minzolini, "non è sostenibile una situazione indefinita con un governo sottoposto a logoramento: è proprio quello di cui il Paese non ha bisogno. C'è una maggioranza politica che forse non è più tale, c'è una confusione di ruoli estremamente rischiosa a livello istituzionale, c'è un tatticismo esasperato che rende inutile ogni possibile chiarimento. Una condizione difficile, in cui il Paese a detta di tutti, ha bisogno di un governo autorevole, sostenuto da una maggioranza compatta, per garantire la nostra economia". Insomma, il Paese deve sapere se la maggioranza esiste ancora e "tra quelli che dicono di sostenere l'esecutivo chi, con esasperanti trattative, spera di trasformarlo in un governicchio da logorare nel tempo... Se questo è l'obiettivo, e alcune sortite di questi giorni non hanno certo spazzato i dubbi, tanto vale prendere atto subito che non si può andare avanti". A quel punto, "sarà il capo dello Stato a verificare se c'è in Parlamento una maggioranza alternativa, oppure no. Ben sapendo che se si dà vita in Parlamento ad una maggioranza diversa da quella che ha vinto le elezioni si dà vita ad un ribaltone". Ma poiché "è difficile che una maggioranza messa insieme per andare avanti qualche mese possa assumersi la responsabilità di riforme o manovre economiche severe", con una soluzione del genere "si rischia solo di perder tempo. Insomma, - conclude Minzolini - se questo governo non potrà contare su una maggioranza coesa, l'idea di tornare al voto al più presto va valutata con attenzione, potrebbe essere l'unico modo alla fine per fare chiarezza".

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