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Medio Oriente, riprendono i colloqui a Sharm el-Sheik

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Hillary Clinton partita per Gerusalemme al termine del primo incontro con Netanyahu e Abu Mazen

Tatiana Necchi
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E' durato poco meno di un'ora il secondo colloquio tra Hillary Clinton, Abu Mazen e Benjamin Netanyahu a Sharm-ek-Sheikh. Rispettando quanto annunciato alla vigilia, la discussione odierna si è limitata semplicemente alla definizione di un'agenda dei lavori. Una tabella di marcia che la cui prima tappa è prevista in quel di Gerusalemme già mercoledì 15 settembre, dove riprenderanno i colloqui a tre. L'incontro di oggi fra Netanyahu e Abu Mazen era il primo dallo scorso 2 settembre, quando i due leader si incontrarono a Washington e decisero di riavviare i negoziati diretti, interrotti al momento dell'offensiva militare israeliana sulla Striscia di Gaza, alla fine del 2008. La scadenza della moratoria degli insediamenti israeliani, una delle questioni chiave dei negoziati, è in scadenza per il 26 settembre, e gli israeliani non sembrano intenzionati a prorogare il blocco. Intervistata dai giornalisti mentre volava verso l'Egitto, la Clinton aveva detto: «I tempi sono maturi per una pace permanente fra i due popoli».  Poi ha ripetuto la richiesta del presidente americano Barack Obama al premier israeliano Benjamin Netanyahu sulla proroga del congelamento degli insediamenti, ma ha anche parlato della necessità di uno sforzo di entrambe le parti per trovare una soluzione al problema. In vista dell'incontro di domani, la polizia israeliana è stata messa in stato di massima allerta: «Le nostre forze sono state messe in stato di allerta per ovviare a ogni provocazione o tentativo di attacco terroristico durante i colloqui di Sharm», ha dichiarato Micky Rosenfeld, portavoce della polizia israeliana.

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