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Montecarlo, l'ex tesoriere An scarica Fini

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Francesco Pontone ai pm: "Fu la direzione di Alleanza Nazionale a decidere la vendita dell'appartamento". Ora in procura sono attesi Lamorte e la segretaria del presidente della Camera

Michela Ravalico
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Il Montecarlo Gate prosegue nelle aule del tribunale di Roma. I pm di Piazzale Clodio hanno sentito, come persona informata sui fatti, l'ex tesoriere di An Francesco Pontone. Anche se il senatore all'epoca firmò le carte per la cessione dell'appartamento alla società offshore dietro la quale si nascondeva niente meno che il fratello della compagna di Gianfranco Fini (Giancarlo Tulliani), lo stesso Pontone ha tenuto a precisare di essere stato solo un mero esecutore. In pratica, scaricando tutta la responsabilità su Fini stesso. "Fu la direzione di Alleanza Nazionale a decidere la vendita dell'appartamento di Montecarlo, in Boulevard Princesse Charlotte 14, e furono sempre i vertici del partito ad affidare al tesoriere Francesco Pontone il compito di seguire tutte le procedure". Queste le parole messe agli atti dai magistrati della procura di Roma. E chi poteva essere il "vertice" in questione se non il segretario di partito. Eppure la procura, che ha aperto il fascicolo per truffa aggravata (ancora a carico di ignoti), non convocherà Fini. Il procuratore capo Giovanni Ferrara ha ribadito che, almeno per il momento, non ci sono i presupposti per chiamare l'ex di An né il cognato Giancarlo. Pontone mero esecutore - Per quanto riguarda il prezzo di vendita, gli inquirenti hanno chiesto se secondo lui 300mila euro fossero un prezzo congruo. Anche su questo Pontone ha detto di avere seguito le indicazioni di chi l'appartamento - lasciato in eredità dalla contessa Anna Maria Colleoni ad An - ebbe modo di vederlo. Ovvero l'allora tesoriere e capo della segreteria Donato Lamorte e la segretaria particolare di Fini, Rita Marino, i quali definirono "fatiscente" lo stato dell'immobile. I prossimi a essere sentiti in Procura saranno dunque Lamorte e la Marino. Le loro testimonianze saranno fondamentali per capire se il prezzo cui è stato venduto l'immobile era "inadeguato" alle condizioni dell'immobile stesso. I due, infatti, visitarono l'appartamento prima che il bene ereditato fosse ristrutturato. Pontone smentisce Fini su un altro punto importante della faccenda: il ruolo di Giancarlo Tulliani. Secondo la versione "ufficiale" dei fatti diramata dal numero uno di Montecitorio, il cognato sarebbe stato l'intermediario nell'operazione di compravendita, ma Pontone nega di conoscere Tulliani. Proprio come Lamorte, che in un'intervista a Libero, aveva escluso che il fratello di Elisabetta avesse avuto un ruolo nella vendita dell'appartamento.

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