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Junker rassicura Tremonti. "Non vedo l'Italia sulla soglia delle sanzioni"

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Dal vertice Ue sul patto di stabilità una buona notizia: verrà considerato anche l'indebitamento privato

Roberto Amaglio
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Arrivano buone notizie per le casse pubbliche italiane da Bruxelles, dove la Commissione europea è impegnata con i ministri economici e i governatori delle banche centrali nella due giorni di vertice per stabilizzare la situazione finanziaria dell'Unione. Il commissario Ue per gli Affari monetari Olli Rehn, infatti, ha dichiarato che nel valutare il debito pubblico di un Paese, la Commissione europea terrà conto in qualche misura anche dell'indebitamento di famiglie e imprese. Una rassicurazione importante, in quanto se fosse per il deficit e il debito pubblico l'Italia non solo sarebbe al di fuori dei rigidi parametri del nuovo patto di stabilità proposto da Olanda, Germania e Svezia, ma dovrebbe dare vita a una severissima politica d'austerity per evitare sanzioni quasi vessatorie. Se invece nel conteggio risulterà anche l'indebitamento delle famiglie e delle imprese, allora il Belpaese tornerebbe in carreggiata, avendo in questo settore una situazioni invidiabile rispetto ad altri concorrenti europei. Niente retroattività - Altra buona notizia per quelle nazioni che non hanno i conti a posto è l'assenza di retroattività del patto di stabilità proposto dallo stesso Rehn. "Se l'Italia riduce il debito quando entrerà in vigore il patto riformato, non dovrà affrontare questi nuovi elementi del Patto e le conseguenti sanzioni per gli inadempienti". Se così non fosse, infatti, la situazione italiana sarebbe grave. Con un debito prossimo al 120% del Pil, Tremonti dovrebbe varare una nuova manovra da 40 miliardi di euro per tagliare il debito pubblico di quasi il 3% all'anno. A confermare che non esiste un problema italiano è intervenuto anche il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker. "Non vedo l'Italia sulla soglia delle sanzioni. Logico però che esiste un problema generale: è evidente che il debito pubblico europeo non può seguire il percorso di aumento che ha avuto negli ultimi due anni". Tremonti ringrazia - "Ringrazio sia Rehn che Junker per l'attenzione che viene prestata agli argomenti dell'Italia. Facendo la somma algebrica di tutti i fattori, fra tre anni l'Italia potrebbe non aver bisogno di nessuna correzione, in quanto la crisi è derivata soprattutto dal settore privato: banche saltate, bolle scoppiate, castelletti di carte di credito venuti giù: certo, il debito pubblico è critico, e non pretendiamo di dire che è l'output contrapposto al debito privato come input, ma che questo ha contribuito molto alla crisi. Tuttavia è giusto che il debito pubblico sia valutato quanto altri fattori: la finanza privata, il sistema delle pensioni". Misure - Per quanto il primo incontro ha rassicurato diversi ministri delle Finanze, è altrettanto vero che nel merito dei contenuti non si è ancora entrati. Come affermato da Olli Rehn, per mancanza di tempo l'assemblea si è ripromessa di analizzare le correzioni da apportare al patto di stabilità nelle prossime sedute di ottobre. Appare scontato che un giro di vite verrà dato; ed è altrettanto prevedibile che la Germania non sarà disposta ad abbandonare totalmente la sua rigorosa posizione.

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