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Lodo Alfano, il Fli voterà sì

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La legge torna al Senato per le prime votazioni la prossima settimana. I finiani aprono, le opposizioni no

Roberto Amaglio
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Nell'agenda dei Senatori torna prepotentemente il Lodo Alfano costituzionale. Oggi, infatti, nella commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, è ripreso il cammino del disegno di legge che garantirebbe uno "scudo" processuale per il presidente del Consiglio. Il Fli ha promesso che voterà sì. Una dichiarazione importante per la tenuta della maggioranza. Un "sì senza enfasi" lo ha definito Maurizio Saia, esponente di Fli in I commissione di Palazzo Madama. Ma un sostegno che arriverà. Oggi la commissione si è riunita e ha stabilito che dalla prossima settimana verranno votati emendamenti e subemendamenti, in modo tale da arrivare al Senato già dalla prossima settimana, come ha precisato il relatore Carlo Vizzini, minacciando anche sedute notturne per non arrivare lunghi con i tempi. Novità - Per quanto riguarda il Lodo Alfano costituzionale, il primo passo sarà l'illustrazione degli emendamenti e dei subemendamenti presentati la scorsa settimana dallo stesso Vizzini (Pdl): tra questi quello che esclude i ministri dalla tutela della legge, una proposta fortemente voluta dalla componente finiana della maggioranza. Tra gli emendamenti ci sono anche delle aperture alle opposizioni, soprattutto per quanto concerne la non automaticità della sospensione dei processi: secondo questa norma, l'imputato-premier avrebbe dieci giorni per chiedere il passaggio degli atti alle Camere, dopo di che il Parlamento avrebbe 90 giorni per pronunciarsi con un voto sulla richiesta di sospensione. Giochi politici - Come da tradizione quando si parla dell'immunità del Premier, le reazioni dei vari schieramenti sono state veementi. Se l'Idv ha da sempre rigettato qualsiasi apertura, negli ultimi giorni anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini ha messo in allerta Berlusconi e il Pdl. "Qualora il premier continuasse con le forzature sulla giustizia potremmo votare contro il lodo", hanno minacciato i centristi. Più sottile la strategia del Pd che, non potendo fare leva sui numeri per bloccare il Lodo, spera di far approvare alcuni emendamenti per vincolare l'immunità del Primo Ministro al parere del Parlamento. A spiegare la linea del Pd è stato all'Apcom il senatore Francesco Sanna. "Oltre alla non automaticità dello scudo - illustra il democratico -, noi chiederemo che per applicare il Lodo sia necessario in Parlamento il voto dei tre quinti o dei due terzi dei componenti l'assemblea: questo farebbe in modo che i numeri della maggioranza non siano sufficienti. Inoltre chiederemo che la minoranza eventualmente sconfitta nel voto possa ricorrere alla Corte costituzionale".

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