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Corte dei Conti: "Difficile ridurre la pressione fiscale"

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Nel discorso di insediamento il presidente Giampaolino parla di tasse e corruzione nella finanza pubblica

Eleonora Crisafulli
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Ridurre la pressione fiscale è difficile in questa fase economica. Lo ha spiegato nel suo discorso di insediamento, il nuovo presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino. "La prolungata bassa crescita del Pil rende difficile fissare obiettivi di riduzione della pressione fiscale" e diventa quindi essenziale "non solo controllare la spesa pubblica ma, altresì, operarne una corretta qualificazione affinché si possa non tanto spendere poco o meno ma, soprattutto, spendere validamente e oculatamente così da favorire la crescita e lo sviluppo, non solo economico, del Paese". Per la finanza pubblica è poi "obbligata una linea di attenta gestione. Rispetto alle proiezione di inizio legislatura la politica di bilancio deve misurarsi con una perdita permanente di entrate per circa 70 miliardi e di prodotto per circa 130 miliardi (e con una spesa pubblica crescente nelle prestazioni essenziali)". Al tempo stesso però occorre sostenere i redditi più bassi. Corruzione - Giampaolino ha poi detto che persistono "episodi di corruzione e dissipazione delle risorse pubbliche". Episodi "talvolta di provenienza comunitaria" che "preoccupano i cittadini, ma anche le istituzioni, il cui prestigio ed affidabilità sono messi a dura prova da condotte individuali riprovevoli". Lo scopo dell'azione del giudice contabile deve essere quindi "non solo quello di reintegrare il patrimonio leso o di sanzionare il responsabile del danno, ma anche quello di guidare per il futuro l'operato del pubblico dipendente, o comunque del soggetto incaricato dell'attuzione dell'attività amministrativa, indirizzandolo al corretto perseguimento degli interessi pubblici stabiliti dalle leggi e rispetto ai quali vi è stata la funzionalizzazione di pubbliche risorse". 

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