Cerca
Cerca
+

Mozione, 85 firme. Per Fini: "Governo non c'è più"

default_image

Depositata da Fli, Udc, Api, Mpa e Lib-Dem. Bocchino: "Numeri per fine governo". Casini apre a Letta Premier /Leggi testo e firmatari

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Dopo le parole i fatti. E' stata depositata alla Camera la mozione di sfiducia al governo Berlusconi sottoscritta da Futuro e Libertà, Udc, Api, Mpa e Lib-Dem, le componenti che giovedì hanno preso parte al summit nell'ufficio del presidente della Camera, Gianfranco Fini, e che ha sancito la nascita del "terzo polo". Le firme raccolte in calce al documento sono 85. Tra queste, quelle di Paolo Guzzanti e di Giorgio La Malfa. Leggi l'elenco dei firmatari. BOCCHINO ALL'ATTACCO - Subito è arrivata la dichiarazione di guerra di Italo Bocchino: "Il deposito di 85 firme sotto la nostra mozione, che si aggiungono ai 230 voti per la sfiducia di Pd-Idv e a quelli dei due deputati Beppe Giulietti e Roberto Nicco, rende evidente che ci sono 317 voti per chiudere questa esperienza di governo. Non è una bufala, è la realtà dei numeri, che per loro natura sono testardi ed incomprimibili e che nella democrazia parlamentare decidono le sorti di un governo". Questo il commento a caldo del capogruppo futurista alla Camera. L'AFFONDO DI FINI - "Io credo che il Parlamento fra qualche giorno testimonierà ciò che tutti sanno e che solo il premier nega: che il governo non c'è più o non ha i numeri per governare". Così il presidente della Camera, che ha proseguito: "A me pare autolesionista e illusorio pensare che con uno scatto di reni il governo si salvi per il rotto della cuffia grazie all'influenza di qualche deputato. Il Paese va governato e questo non vuol dire stare a Palazzo Chigi. Il Paese va governato con tutte le forze responsabili comprese quelle che hanno vinto le elezioni. E' inutile far finta che tutto vada bene, è illusorio, autoconsolatorio e non dà le risposte che si attendono gli italiani e i mercati". I CALCOLI - Otto voti di differenza: a oggi il pallottoliere segna 317 voti per la sfiducia e 309 pro Berlusconi. Attenendosi ai numeri, sulla carta infatti, gli 85 deputati del Terzo Polo che hanno firmato la mozione di sfiducia uniti ai 206 onorevoli del Pd (compresi i radicali), all'indipendente Giulietti, Nicco delle Minoranze linguistiche (Valle d'Aosta) e ai 24 dell'Idv fanno 317 potenziali onorevoli pronti a sfiduciare il governo. Mancano all'appello Giampiero Catone, il deputato futurista che non ha firmato la mozione, e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che per consuetudine non vota.   La maggioranza, invece, allo stato, è costituita dai 235 del Pdl, i 59 della Lega, 2 Adc-Repubblicani, 11 Pid e gli indipendenti ex Pd e ex Api, Calearo e Cesario. Totale 309 per il governo.   Ad ora si dichiarano per l'astensione Brugger e Zeller di Svp-Autonomie mentre rimane l'incognita sul voto di Catone che però ha già fatto sapere informalmente che non voterà la sfiducia a Berlusconi.  IL TESTO DELLA MOZIONE - "La Camera dei deputati, preso atto che la delicata situazione internazionale, la crisi economica e monetaria che aggredisce l'Europa e lo stato di malessere sociale di ampie fasce della popolazione italiana richiedono la piena operatività di un governo solido e sicuro" e "alla luce dell'attuale inadeguatezza dell'esecutivo a garantire, oltre alle misure di contenimento del deficit, il risanamento strutturale della finanza pubblica e il sostegno della ripresa economica e dell'occupazione", e "auspicando l'avvio di una nuova fase politica della legislatura ispirata al senso di responsabilità nazionale e istituzionale, che punti a modifiche della legge elettorale per restituire ai cittadini la scelta degli eletti, con un governo capace di prendere le misure adeguate per evitare il declino del Paese e garantire il suo futuro civile ed economico", esprime, ai sensi dell'art. 94 della Costituzione, la sfiducia nei confronti del Governo". CASINI APRE A LETTA PREMIER - Intervenendo alla trasmissione "Otto e mezzo" su La7, il leader dell'Udc Pierferdinando Casini si mostra favorevole all'ipotesi di Gianni Letta sulla poltrona della Presidenza del Consiglio: "Andrebbe non bene, benissimo", ha detto Casini.

Dai blog